Regione Lazio – Ares 118, l’avvocato Andrea Zappalà al servizio della Corradi a tempo pieno (e ben retribuito) per distruggere un’azienda

Il legale negli ultimi anni ha collezionato incarichi per oltre mezzo milioni di euro. Quasi tutti per cause verso una unica società di servizi. Mai sentito il parere di altri avvocati sull’argomento. Caso di omonimia con il mittente della Pec “sull’affare” del Vaticano da 200 milioni di dollari nel palazzo di Chelsea?

ROMA – Negli ultimi anni il Direttore Generale dell’Ares 118, Maria Paola Corradi, ha creato attorno a se una squadra affidabile (per lei) e di fiducia.

Dopo aver parlato dell’ex consigliere regionale ed ex senatore del PD, Claudio Moscardelli (arrestato a luglio scorso per la concorsopoli della Asl di Latina), destinatario di un buon numero di incarichi dall’Azienda Sanitaria, oggi spunta fuori il nome di un legale che negli ultimi anni ha ricevuto incarichi per oltre mezzo milione di euro: Andrea Zappalà.

L’attività di Zappalà per l’Ares 118 può essere riassunta, brevemente, così: massimo impegno, dalla mattina alla sera, con un solo compito, distruggere una società che opera nel Lazio da anni e che ha assunto decine di lavoratori.

I contenziosi con la società in questione, infatti, sono stati assegnati esclusivamente all’avvocato Zappalà, senza ascoltare mai il parere di un altro legale sull’argomento. Cause che spesso si sono conclude con sonore sconfitte ma che non hanno fatto desistere la dirigente da troppo tempo seduta su quella poltrona pur non avendone più titolarità.

Zappalà, poi, ha ricevuto altri incarichi, ma sono insignificanti rispetto all’enorme mole di lavoro a cui si è dedicato, a tempo pieno, per conto di Maria Paola Corradi.

La ricostruzione della frenetica attività del legale di “fiducia” del DG dell’Ares 118 è semplice.

Basta consultare la sezione “amministrazione trasparente” del sito dell’Azienda Sanitaria. Da questi elenchi si evince che l’avv. Andrea Zappalà ha ricevuto 83.704 nel 2021, 116.595 nel 2020 e 9.797 nel 2019. Precisamente: nel 2021 n. 3 cause per 20.262 €, 38.064 € e 25.376; nel 2020 n. 2 cause per 111.282 € e 5.313; nel 2019 una causa per 9.797 €.

Poi, dalla ricostruzione delle delibere antecedenti al 2019, abbiamo un nulla di fatto nel 2018, 204.704 € nel 2017 (una causa per € 25.058, una da € 85.817 e l’ultima costata all’Ares ben € 93.829).

Nel 2016 ha incassato 60.000 per un ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza del tar Lazio n. 10724/2015. Stessa somma nel 2015 per un procedimento presso il tribunale amministrativo regionale per il Lazio.

Nel 2014 “soltanto” 25.000 per un incarico professionale per una gestione stragiudiziale.
Sommando gli atti di questa ricostruzione, l’avv. Andrea Zappalà avrebbe ricevuto dall’ARES 118, guidato da Maria Paola Corradi, la bellezza di 560.000 €. La quasi totalità di questi incarichi riguarda contenziosi verso la stessa società.

Il nome dell’avvocato Zappalà, poi, sembrerebbe comparire in una strana vicenda che ha agitato (molto) anche la Santa Sede.

Anche se in questa occasione potrebbe trattarsi, però, soltanto di una semplice omonimia.

Parliamo della “famosa” Pec inviata per conto di Raffaele Mincione, il finanziere italo-inglese che tra il 2014 e il 2018 aveva fatto investire al Vaticano 200 milioni di dollari nel palazzo di Chelsea, ex magazzino di Harrods.

A lui gli immobiliaristi della Fenton si sarebbero rivolti come «tramite» per la Santa Sede.

Chi è il mittente della Pec? Avvocati Andrea Zappalà e Gigi Giuliano.

Torneremo ad occuparci dell’Ares 118 e degli incarichi ricoperti dal potente DG, Maria Paola Corradi. Soprattutto tra il luglio 1999 e dicembre 2003 in qualità di “Componente del Nucleo di Valutazione Regionale per la valutazione dei progetti di edilizia sanitaria ex art. 20”.

Perché sembra che all’interno della famiglia Corradi le parole “edilizia sanitaria” siano molto “familiari”.

Il marito, proprio di recente, si sarebbe aggiudicato un altro appaltino da circa 22milioni di euro. Tutto regolare ovviamente. Quando si tratta di dare lavoro all’azienda di famiglia non devono esserci “macchie”. Però le carte parlano chiaro. Le stiamo mettendo insieme. Come racconteremo la strana vicenda dell’autista di un’ambulanza che caricò il proprio motorino in panne al posto della lettiga utilizzando il mezzo di emergenza come carro attrezzi.

Sarà stato licenziato dalla Corradi come chiesto da Zingaretti o addirittura promosso?

Lo scopriremo insieme nei prossimi giorni.