Tra oggi e domani Claudio Cesaris, il presunto omicida, sarà trasferito presso il carcere Borgata Aurelia
TARQUINIA – Questa mattina l’avvocato firmerà il verbale di rilascio della salma di Dario Angeletti che si trova ancora presso l’obitorio del Verano a Roma.
Ieri mattina la compagna del professore, la veterinaria tedesca, si è recata presso il Polo Universitario dell’Unitus distaccato a Civitavecchia a Piazza Verdi.
Su forte insistenza dei colleghi e dei familiari del professore (quasi tutti di origine umbra) si è deciso di effettuare una cerimonia laica di saluto a Dario Angeletti sabato mattina prossimo.
La presidente della Fondazione Cariciv, Gabriella Sarracco, titolare della struttura dove viene ospitata la sede del Polo Universitario di Civitavecchia, dopo aver parlato anche con la moglie ha autorizzato la cerimonia.
La sede di Civitavecchia dell’Università di Viterbo comprende i corsi di laurea in Economia
Aziendale (indirizzi Economia del Mare e del Commercio internazionale e Management) (Dipartimento DEIM), Scienze Ambientali (Dipartimento DEB) e i corsi di laurea magistrale Economia Circolare (Dipartimento DEIM) e in Biologia ed Ecologia Marina (Dipartimento DEB).
Tantissimi dunque i colleghi, amici e familiari che saranno presenti a questa sorta di camera ardente.
Questa mattina l’avvocato della famiglia Bentivoglio andrà al Verano di Roma per firmare l’atto di rilascio del corpo di Dario Angeletti sul quale è stata effettuata l’autopsia giovedì della scorsa settimana.
La vicenda di fatto è chiusa. Il presunto assassino del docente viterbese, di origini umbre, Claudio Cesaris, sarà tradotto tra oggi e domani presso il carcere civitavecchiese di Borgata Aurelia.
Gli elementi sulla scena del crimine hanno permesso di mettere insieme tutti i tasselli di una vicenda surreale. Claudio Cesaris non era uno sbandato. Persona perbene fino alla settimana scorsa. Ha amato il lavoro, la famiglia, il judo (di cui è stato istruttore), la natura che continuava a tutelare e amare ma ha amato anche una donna molto più giovane di lui. Questo amore lo ha praticamente fatto andare fuori di testa. In pochi anni lo ha trasformato in un assassino. Un sentimento straordinario come l’amore lo ha portato pian piano ad odiare un presunto rivale fino a decidere di togliergli la vita.
Gli elementi in mano agli inquirenti sono inequivocabili e per la difesa sarà veramente difficile affrontare un processo con prove così schiaccianti. Ritrovato il secondo bossolo non manca che rintracciare la pistola con la quale il pensionato milanese ha fatto fuoco.
Lui ha dichiarato di non ricordare dove se ne sia disfatto insieme al giubbetto smanicato probabilmente attinto da qualche schizzo di sangue.
La verifica del Gps del suo telefono personale servirà a capire dove e quanto si sia fermato lungo il tragitto di ritorno verso San Martino al Cimino, frazione di Viterbo, dove gli inquirenti lo hanno rintracciato dopo qualche ora dal delitto da lui compiuto.