E’ il sesto del Lazio e il più esteso territorialmente. Comprende i comuni di Tarquinia, Tolfa, Allumiere e Monte Romano
Il Biodistretto “Maremma Etrusca e Monti della Tolfa – MET ” si è ufficialmente presentato all’interno della prestigiosa sede dell’enoteca regionale Vyta di Roma. Dopo l’approvazione del regolamento regionale che disciplina la costituzione dei biodistretti, dello scorso febbraio, dalla Maremma si sono subito date da fare, e così la caparbietà di tre donne e imprenditrici agricole, Anna Cedrini, Eleonora Gabrielli e Loretta Di Simone ha dato vita al sesto biodistretto del Lazio: quello che mancava in Maremma.
Il biodistretto è, un’area geografica omogenea in cui i vari soggetti che operano nel settore “stringono un patto di solidarietà” per la gestione sostenibile del territorio e di qualità dell’ ambiente, dove, sistemi di coltivazione, di allevamento e trasformazione prevedono la vocazione al metodo biologico. Agricoltori rigorosamente bio, trasformatori, associazioni di consumatori, operatori turistici, privati cittadini e pubbliche amministrazioni uniti nello sviluppo green del territorio. Tarquinia, Tolfa, Allumiere, Monte Romano i comuni del Biodistretto MET , che comprende al suo interno tre università agrarie, quaranta produttori agricoli, l’Istituto di istruzione superiore Vincenzo Cardarelli di Tarquinia-sezione di Agraria, la CNA di Viterbo e Civitavecchia e la Camera di Commercio di Viterbo. Il primo nel Lazio per estensione territoriale e con un’ escursione altimetrica dal livello del mare a 1000 metri, passando per colline e monti.
E’ la presidente del Biodistretto Anna Cedrini, caparbia produttrice tarquiniese, da oltre vent’anni attiva nel mondo dell’ agricoltura, di cui ha fatto una ragione di vita e una visione: quella che è stata la spinta propulsiva alla costituzione del Biodistretto.
“Abbiamo ragionato sulle grandi potenzialità del nostro territorio, reso unico da storia, natura, cultura, agricoltura e tradizione e su come dare visibilità a questo patrimonio. Così quando è uscita la legge sui biodistretti abbiamo capito che poteva essere l’opportunità giusta. Sottoscritto il comitato promotore a febbraio, ad aprile il riconoscimento ufficiale, e oggi il nostro ingresso in società, grazie al sostegno di amministratori locali, Agrocamera, Arsial, Crea e alle università agrarie con la loro grande estensione di terreno interamente condotto in maniera biologica. Lavoreremo con passione e inflessibilità per il nostro straordinario territorio”. A prendere la parola è Carlo Hausmann, direttore Agrocamera: “Con Agrocamera seguiamo il territorio della città metropolitana di Roma di cui loro fanno parte. Questo progetto ha dei punti di forza straordinari. Un territorio con densità di popolazione tra le più basse d’ Italia e con grandi spazi incontaminati, elevata presenza di pubblica amministrazione con le università agrarie. Le imprese, quelle che hanno resistito e messo l’ anima per fare agricoltura in territori spesso ostici. Il biodistretto sarà un banco di prova per tutti questi attori e sarà importante soprattutto perché potrà essere declinato nella multifunzionalità: che comprende agriturismo, zootecnia, turismo rurale e attività di diversificazione”.
A portare i saluti della Regione Lazio, la consigliera Silvia Blasi, che ha dato il pieno sostegno a questo nuovo strumento, “importante per quei territori spesso definiti marginali, ma ancora autentici e dove si produce cibo di qualità”.
Per Arsial, ente che ha collaborato in tutte le fasi di costituzione e candidatura del biodistretto, presente il neo direttore Fabio Genchi, l’ assessora Martina Tosoni per il comune di Tarquinia.
E infine la produttrice Loretta De Simone dell’azienda agricola La Turchina di Tarquinia, in qualità di rappresentante di tutti i produttori agricoli del MET, quelli che ogni giorno nella maremma “amara” cercano di sopravvivere.
“Siamo accomunati dalla passione e la voglia di mantenere e far conoscere le nostre radici, la nostra ospitalità è sana e genuina. Personalmente da 22 anni non utilizzo prodotti chimici di sintesi ed abbiamo la fortuna di praticare benessere animale da più di 4 generazioni. Tutti ci muoviamo nell’ ottica della sostenibilità agricola, ambientale e dell’ assoluta qualità dei prodotti“
IL BIODISTRETTO
L’iniziativa riveste un’importanza rilevante per il pregio delle finalità del Biodistretto nonché per il potenziale che lo stesso esprime in termini di azioni, interventi e iniziative che può mettere in campo. Il Met si pone infatti come macro obiettivi quelli della promozione del biologico, dello sviluppo sostenibile, della salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente, della valorizzazione e promozione delle produzioni agricole, sia in termini di recupero e tutela della tradizione rurale sia in termini di innovazione nella produzione e nella trasformazione, mettendo in rete i principali portatori di interesse a livello territoriale.
Il Biodistretto, che giuridicamente si presenta sotto forma di associazione riconosciuta, traduce queste finalità in un lavoro di panificazione attraverso la redazione di un Piano di gestione Triennale che l’associazione ha già redatto, attraverso un intenso lavoro di squadra che ha visto coinvolti tutti i rappresentanti del MET e che ha concretizzato una progettazione puntuale e condivisa nei vari settori di interesse.
Alla pianificazione, indispensabile strumento che l’associazione deve utilizzare per adempiere ai compiti che formalmente sono previsti dal regolamento regionale, si affiancano tutte le iniziative che può sviluppare e che rappresentano un prezioso volano di sviluppo economico del territorio. Il biodistretto può infatti mettere in campo attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, campagne di comunicazione, iniziative di informazione per operatori di uno specifico settore. In quest’ottica si è già svolto lo scorso 14 dicembre, un importante incontro tecnico tra apicoltori del MET sul miele e sugli insetti impollinatori, in collaborazione con Arsial a dimostrazione del lavoro che il biodistretto sta impostando per sostenere le singole filiere produttive, coinvolgendo Università, Enti di ricerca, operatori di settore ma anche i cittadini affinché progressivamente, attraverso adeguate campagne informative, acquisiscano maggiore consapevolezza in merito alle potenzialità del territorio e alle azioni che possono essere condivise per tutelarlo.