Proseguono i sit – in di protesta per riavere il figlio di 8 anni prelevato da Fabrica di Roma e costretto in una casa- famiglia. Il 20 maggio a Torvaianica
ROMA – Proseguono gli appelli di Laura, mamma del piccolo Marco (nome di fantasia) per riavere suo figlio secondo lei ingiustamente trattenuto in una casa famiglia sul litorale romano “Mio figlio deve tornare a casa da me, dalla mamma, sta male. Non vede più, sta diventando cieco, hanno chiesto un tiflodidatta (esperto di didattica per ipovedenti n.d.r.) per lui dalla casa famiglia” ha dichiarato. La donna non si è mai arresa dal 26 luglio 2021, quando il minore venne prelevato da Fabrica di Roma (leggi tutto), e lei giudicata “ostativa dei rapporti tra padre e figlio“, e definita soggettivamente dagli operatori sociali iperprotettiva ed accusata di alienazione parentale. Da allora, ha avuto contatti per lo più solo telefonici con il piccolo e da febbraio di quest’anno nemmeno più quelli. A Laura sono state a lungo negate anche informazioni sullo stato di salute di suo figlio, che soffre di epilessia oltre che di una patologia oculare: “Da fine febbraio non ci hanno più mandato informazioni sulla sua salute, anche il mio avvocato penalista ha fatto la sua richiesta per la documentazione e gliela hanno negata. Per due mesi interi non ci hanno comunicato nulla fino a giovedì sera“.
Lo scorso 28 aprile, la donna ha ricevuto una e-mail con cui veniva informata del fatto che il figlio “è giunto alla cecità parziale per cui è stato persino richiesto il tiflodidatta per le attività scolastiche”. Viene anche comunicato che il bambino è caduto riportando “trauma contusivo e distorsivo alla caviglia e deve spostarsi con spostamenti in carrozzella”.
Il problema agli occhi, ha spiegato, suo figlio già lo aveva ed era in cura. Una volta arrivato in struttura “insieme alle mie avvocate del tempo ho fornito subito le prescrizioni mediche con le terapie, mandando una pec urgente con le indicazioni. Ci hanno ignorato e lo hanno portato da un ottico, che gli ha diagnosticato una congiuntivite, che non ha nulla a che vedere con quello che ha Luca. Per dieci giorni non lo hanno curato con farmaci che solitamente usava, finché l’11 agosto sono finiti in pronto soccorso e lì gli hanno dato la terapia”. Per Marco, come risulta dalla stessa mail, “l’unica soluzione continua ad essere l’intervento di trapianto ipotizzabile in futuro“.
La situazione del bambino secondo Marco Morcavallo, avvocato di Laura, richiede “l’urgenza di provvedere per richiedere il ripristino della collocazione del bambino presso la madre“, si legge nel comunicato. Finora, ha precisato l’avvocato, “il Tribunale minorile ha emesso un nuovo provvedimento provvisorio in cui, anziché assumere le statuizioni necessarie per la protezione urgente del bambino, richiede nuove (ed inutili) informazioni al tutore e al servizio socio-assistenziale”.
Insieme ad altre mamme coraggio e a esponenti delle istituzioni, tra cui la consigliera regionale Francesca De Vito e la deputata Veronica Giannone. ha dato vita a diversi sit-in di protesta, l’ ultimo si svolgerà il 20 maggio Torvaianica e “riunirà genitori vittima degli abusi di potere dei Servizi sociali che troppo spesso, rendendosi firmatari di relazioni false che non vengono verificate dai magistrati nè suffragate con prove oggettive, provocano allontanamenti facili ed illeciti dei bambini dalle famiglie d’origine“. Stop a bigenitorialità forzata e terapia della minaccia, a reset e deprogramming dei bambini, a relazioni false degli educatori, a psicoterapia e psicofarmaci; questi i temi del sit-in che soprattutto griderà basta al business sui bambini e chiederà l’immediato rientro del piccolo Marco a casa dalla mamma.
b.f.