Civitavecchia – CSP, impiegato “guardone”, aperto un procedimento disciplinare a suo carico

L’uomo, attualmente in convalescenza, da poco è stato “promosso” di livello. Se il fatto non è stato denunciato all’autorità giudiziaria rischiano penalmente anche i dirigenti della società in house

CIVITAVECCHIA – Clamore e reazioni più o meno scomposte. Questo l’esito della notizia da noi pubblicata sul rinvenimento di una telecamera all’interno di un ufficio della Civitavecchia Servizi Pubblici a Villa Albani, a due passi dal tribunale. Una sorta di Grande Fratello fai da te.

I fatti risalgono al mese scorso e fino a quando la notizia non è diventata di dominio pubblico, qualcuno (sarà interessante scoprire chi) ha cercato fino all’ultimo di insabbiarla minimizzandone l’accaduto.

L’impiegato sotto accusa, in questo momento in malattia e quindi non in servizio, era in grado di spiare da remoto la stanza dove lavorano, insieme a lui, due colleghe.

Le donne, almeno così racconta una delle impiegate nella mail-denuncia inviata ai vertici della società, si sarebbero accorte a seguito di continue interferenze sui propri personal computer.

La telecamera era puntata, sempre secondo il racconto dell’impiegata, sotto la scrivania dove l’occhio digitale era in grado di osservare tutto. Proprio tutto.

Dopo essersi accorta della telecamera, la donna ha chiesto spiegazioni al collega che ha trovato anche il modo di scherzarci sopra.

La PEC è stata inviata l’8 luglio scorso al responsabile del personale dell’azienda Paolo Iarlori e per conoscenza al presidente del consiglio di amministrazione Fabrizio Lungarini, al consigliere Matteo Mormino e al direttore generale Daniele Pistola.

Come detto, solamente adesso è stato aperto un procedimento disciplinare e l’impiegato dovrà rispondere alle accuse della collega.

Al momento è impossibile capire quali fossero le reali intenzioni dell’uomo. Certo è che quella telecamera, in ogni caso, non era autorizzato a posizionarla. Anzi, è severamente vietato per chiunque.

Negli uffici pubblici è fatto divieto assoluto dell’utilizzo delle telecamere. Cosa avrebbe dovuto controllare da remoto questo impiegato?

Perché non ha avvisato i suoi diretti superiori di aver installato una video camera remote-control in grado anche di registrare le voci dei presenti di nascosto?

Nascondere una telecamera in un luogo aperto al pubblico e, quindi, frequentato da un numero indeterminato di persone, integra il reato di violenza privata. Lo ha chiarito la Cassazione in una recente sentenza. Dunque non solo è reato filmare i luoghi di una privata dimora (nel qual caso c’è l’interferenza illecita nella vita privata) come il domicilio, il luogo della professione, e quindi l’impiegato corre il serio rischio di essere licenziato.

 

Civitavecchia – CSP, impiegata trova telecamera che puntava sotto la sua scrivania e scoppia il caos