Omicidio Bramucci – Per il Tribunale del riesame, Lucio La Pietra “deve” rimanere in carcere

Respinta l’istanza presentata dall’avvocato Antonio Rucco. Gravi indizi di colpevolezza e pericolo di recidiva. La compagna: “È stato lui, lo ha confidato a Daniele…”

VITERBO – Lucio La Pietra il romano 48 enne arrestato per concorso nell’omicidio di Salvatore Bramucci, il pregiudicato civitavecchiese ucciso all’interno della propria auto il 7 agosto scorso deve rimanere in carcere. Così ha deciso il Tribunale del riesame.

Il commando armato del quale faceva parte, è partito da Roma alla volta delle campagne di Soriano nel Cimino composto da tre persone. Oltre La Pietra, a Mammagialla è ristretto Tonino Bacci (autore materiale dell’omicidio) mentre il terzo componente della banda è al momento indagato per concorso in omicidio.

Ad inchiodare i due presunti killer, stando a quanto riportato nelle pagine dell’ordinanza, l’incrocio dei dati emersi dalle immagini tratte dalle telecamere di videosorveglianza dislocate nel comune di Soriano nel Cimino e nei paesi confinanti; il Gps installato sulla Smart Forfour bianca, di proprietà di un autonoleggio di Roma, che fu sottoposta a controlli già nel 2021 per via della presenza a bordo di altri soggetti con precedenti di polizia; le celle telefoniche alle quali erano agganciati i cellulari e un’applicazione di geolocalizzazione Life 360 con la quale la moglie del pregiudicato 58enne Salvatore Bramucci monitorava il coniuge a distanza.

Solo poche telefonate e un sopralluogo prima dell’omicidio, secondo la difesa, non sono sufficienti per far rimanere in carcere Lucio La Pietra.

Non la pensa così il collegio del Tribunale ordinario di Roma, sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale composto da Elena Natoli, presidente; Filippo Steidel giudice relatore e Olga Manuel giudice collegiale che ha rigettato l’istanza presentata dall’avvocato Antonio Rucco.

Come detto, la difesa, aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza di misura cautelare a carico di Lucio La Pietra perché carente di gravi indizi di colpevolezza a suo carico.

Secondo i giudici, sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato in ordine all’omicidio avvenuto intorno alle 8.20 del 7 agosto scorso, in località Acquafredda di Soriano nel Cimino. Il commando, composto da tre persone, erano arrivati sul luogo del delitto con due auto. Uno a bordo della Giulietta rubata qualche giorno prima e due a bordo di una Smart Bianca presa a noleggio.

Sei colpi sparati da una pistola a tamburo da Toni Bacci. Per il collegio una serie di elementi, ha consentito di poter affermare, con l’alto grado di certezza richiesto dal provvedimento, che Lucio La Pietra fosse uno dei due uomini (con ogni probabilità il passeggero) che, a bordo della Smart, ha partecipato all’agguato.

Importante le dichiarazioni spontanee rilasciate da Sabrina Bacchio, cognata della vittima e legata al Bacci da una relazione sentimentale.

Secondo la donna, il compagno, nell’ultimo periodo prima dell’omicidio, chiedeva costantemente notizie sulle abitudini di vita del Bramucci e soprattutto sugli orari di permesso che aveva per uscire dal regime domiciliare al quale era ristretto da tempo.

Per i giudici ad incastrare La Pietra non solo i tabulati telefonici e le immagini delle telecamere stradali ma anche alcune intercettazioni ambientali carpite all’interno della vettura della compagna Mascia Ferrante.

Quest’ultima, parlando in macchina con la sorella, si sfogava affermando di essere sicura del coinvolgimento del compagno nell’omicidio: “Io so’ convinta, le prove ci stanno, non le hai viste le prove? Le vedi pure sul giornale che è lui, ma che prove vuoi vedere….”. Ma c’è di più. La donna, parlando in libertà e non immaginando di aver la macchina microfonata fa riferimento anche ad un particolare inquietante e cioè di un suo colloquio con un certo “Daniele” che le avrebbe riferito di aver avuto un incontro con Lucio che gli avrebbe confidato l’omicidio e che l’avrebbe fatta franca: “Io le prove ce l’ho perché l’ha detto a Daniele dopo che l’ha fatto. Daniele mi dice: «Mascè era troppo sicuro de passalla liscia”. 

Lucio La Pietra arrestato il 13 luglio scorso perché ha fatto parte del gruppo di fuoco che ha ucciso Bramucci

Questo Daniele con Lucio si erano conosciuti in carcere e i consigli su come compiere azioni criminali e le successive cautele erano rimaste inascoltate: “Ma… perché con la macchina non c’è andato in giro due o tre giorni?… gliel’ha detto 100 volte Daniele che quando deve fare determinate cose, gliel’ha pure spiegato, dice almeno parlavano… «porco due almeno quando stavamo in carcere parlavamo… almeno gli ho spiegato come hanno fatto…che, almeno, ricordati quello che ti ho detto, almeno potevi fa come ti avevo detto così non te pigliavano…”.

Ad oggi questo Daniele ancora non è stato identificato.

 


 

Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.