Lucio Pavone e Guido Guinderi trasferiti da Gaeta e demansionati in attesa degli esiti delle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere. A tutti gli impiegati che hanno ricevuto le indennità, l’ente ha chiesto l’immediata restituzione delle cifre percepite attraverso piano di rientro
CIVITAVECCHIA – Lavoro senza sosta a Molo Vespucci per riportare serenità e legalità negli uffici. Il presidente dell’Adsp Pino Musolino ha immediatamente demansionato e trasferito dall’ufficio distaccato di Gaeta a quello di Civitavecchia i due dipendenti indagati per corruzione, Lucio Pavone e Guido Guinderi.
Lucio Pavone, responsabile della sede di Gaeta dell’Autorità e di Guido Guinderi funzionario dell’ufficio lavoro portuale ed autorizzazioni sono da oggi in servizio presso la sede centrale dell’AdSP in attesa che venga fatta luce sulla vicenda di corruzione che li riguarda e scaturita da un’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
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Al loro posto sono stati comandanti Massimo Scolamacchia che sarà il nuovo responsabile del lavoro portuale. A Calogero Burgio il presidente ha assegnato competenze su ambiente e demanio. A Filippo Marini la responsabilità del settore tecnico. La sicurezza è stata affidata al Port Security Officer Giantelemaco Perticarà.
Nel frattempo, dopo l’invito a dedurre arrivato a Molo Vespucci da parte della Corte dei Conti, il segretario generale Paolo Risso ha già mandato le diffide e messe in mora a tutti coloro che sono stati indicati come presunti “illegittimi percettori” di ad personam e indennità.
La Procura Regionale del Lazio della Corte dei Conti ha contestato a presidenti, segretari generali, componenti dei comitati di gestione dell’Adsp gli emolumenti ad personam ed indennità che, secondo i magistrati contabili, sarebbero stati indebitamente percepiti negli ultimi 5 anni da 16 dipendenti di Molo Vespucci.
I dipendenti segnalati dalla Corte dei Conti che hanno ricevuto la lettera di immediato blocco degli addendum in busta paga dovranno anche restituire quanto fino ad oggi percepito e che sono, nel dettaglio: Valentina Arcadi (euro 16.886,01); Lucrezia Bellu (euro 208.000); Ferruccio Bonaccioli (euro 75.000 andato in pensione); Giuditta Bonifazi (euro 387.108,80); Claudio Cardaio (euro 162.500); Sacha Campo (euro 32.250); Giuseppe Faluschi (euro 39.000); Giorgio Fersini (euro 39.000); Francesca Foti (euro 162.500); Maria Grazia Grimaldi (euro 39.000); Gabriella Giacomantonio (euro 22.750); Vittorio Lauro (euro 27.000); Raffaele Lomartire (euro 27.000); Alessia Pierucci (euro 62.000); Carlo Sisti (euro 97.500); Davide Sansonetti (euro 45.000, deceduto).
I lavoratori, ovviamente, hanno tutto il tempo per predisporre memorie e contestare i provvedimenti. Il problema principale è il precedente che ha riguardato il loro collega Massimiliano Grasso costretto non solo da anni a rinunciare a quanto riconosciuto ma che ha già pianificato la restituzione delle somme nonostante sia in corso una pesante vertenza di lavoro.
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