Viterbo – Medici per l’ambiente: “Acque non potabili per Ronciglione e Caprarola”

Stop alla monocoltura del nocciolo

VITERBO – L’Associazione medici per l’ambiente- ISDE di Viterbo ha preso visione, nelle settimane scorse, della documentazione resa disponibile dalla Asl di Viterbo circa le acque erogate ad uso umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione nel periodo compreso tra giugno 2022 e gennaio 2023.
La documentazione evidenzia e riconferma le note criticità e la conseguente non potabilità per le acque erogate nei due acquedotti comunali, dove rimangono in vigore, e ormai da molti anni,
le ordinanze sindacali: per Ronciglione https://www.asl.vt.it/Cittadino/arsenico/localita.php?ms=ronciglione e per Caprarola https://www.asl.vt.it/Cittadino/arsenico/localita.php?ms=caprarola
L’impossibilità di utilizzare le acque captate dal lago per uso potabile è strettamente connessa al noto, studiato, documentato e ormai ultradecennale, degrado del delicato ecosistema del lago di Vico e alla cronica inefficienza dei sistemi di potabilizzazione in uso.
Enti e università, come l’Istituto superiore di Sanità – ISS, il Consiglio nazionale delle Ricerche – CNR, l’Arpa-Lazio, l’Università della Tuscia, l’Università di Roma La Sapienza e l’Università degli Studi Roma Tre, hanno prodotto, nel corso degli anni, ricerche, esami, studi che mostrano
tutta la gravità, la complessità e la fragilità della situazione lacustre.
Più recenti documenti, come la Deliberazione della Regione Lazio del 19 maggio 2020  n.276, i dati di pertinenza dell’Istituto superiore di Sanità- ISS, inerenti al progetto CyanoAlert Horizon 2020 e il report Balneazione 2021 redatto dall’Arpa Lazio, come la documentazione fornita dalla Asl di Viterbo e relativa al periodo giugno 2022 – gennaio 2023, attestano e riconfermano la necessità di agire urgentemente nell’interesse dell’ecosistema del lago e di tutti i cittadini residenti.
L’ISDE di Viterbo torna quindi a chiedere come prioritari una serie di interventi, già in più occasioni indicati, e tra questi in primis la netta riduzione delle attività agricole intensive che utilizzano fertilizzanti chimici e pesticidi per la monocoltura del nocciolo all’interno della caldera del lago e che andrebbero sostituite con più sane pratiche agrobiologiche.
Quest’ultime sono infatti modalità agricole rispettose dell’ambiente, del paesaggio, dell’ecosistema lacustre, della qualità delle sue acque e della salute di tutti, a cominciare da quella degli agricoltori e delle loro famiglie.
Sempre l’ISDE di Viterbo, rinnova e segnala la grande preoccupazione per i possibili effetti sinergici derivanti dalla coesposizione, tramite le acque captate dal lago, all’arsenico- cancerogeno di classe 1-, ai pesticidi, ai Cianobatteri e alle loro microcistine tossiche e ribadisce quindi la necessità dell’abbandono immediato della captazione delle acque dal lago di Vico e il rifornimento di acqua potabile alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione con sistemi alternativi a quelli della captazione lacustre.