Arpino – Show di Sgarbi in sella ad un quad con l’arcivescovo emerito di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio (VIDEO)

Ciociaria in delirio per uno straripante sindaco di Arpino. Tour nei paesi e santuari accolto da sindaci, carabinieri e cittadini. Escursione fino ai confini dell’Abruzzo. Accoglienza strepitosa al Santuario Grotta Rupestre Sant’Angelo di Balsorano e campane a festa suonate dai sindaci

ARPINO – Da quando Sutri ha perso un sindaco come Vittorio Sgarbi è sparito dalle cronache anche metereologiche. Caput! Sutri c’era e non c’è più. Sulle cronache nazionali ovviamente.

Arpino non ha un sindaco. Non ha un sottosegretario sindaco. Ad Arpino c’è Vittorio Sgarbi. Un vulcanico uomo di grande cultura. Pazzo scatenato che questo fine settimana ha mandato in visibilio mezza ciociaria e anche una parte dell’Abruzzo. Ad accompagnarlo il suo amico Alessandro Casinelli.

Ce lo vedete voi un acciaccato Vittorio Sgarbi in compagnia di un arcivescovo emerito in sella ad un quad tre posti arrampicarsi nel buio sentiero fino al Santuario Grotta Rupestre Sant’Angelo di Balsorano?

Lo potete vedere con i vostri occhi nei brevi filmati che pubblichiamo in esclusiva per voi.

Lui Vittorio Sgarbi, sindaco e bla bla bla… L’altro Fabio Bernardo D’Onorio arcivescovo emerito di Gaeta che in gioventù ha fatto gli studi ginnasiali, liceali e teologici presso l’istituto teologico dell’abbazia di Montecassino. Dottore in utroque iure presso la Pontificia Università Lateranense.

Nel 1962 prende i voti nell’ordine di San Benedetto ed assume il nome di Bernardo.

Il 25 aprile 1983 (una data non a caso per questo luogo teatro di feroci bombardamenti) è eletto abate ordinario di Montecassino dai monaci dell’abbazia e papa Giovanni Paolo II conferma la sua elezione. 

L’arcivescovo è di Veroli. Quelle zone sono la sua terra natia e dove ha svolto la sua vita di fedele servitore della Chiesa.

Insieme una miscela esplosiva. In poche ore hanno visitato comuni, musei, grotte, santuari, conventi e chiese poi una mission impossibile raggiungere il Santuario Grotta Rupestre Sant’Angelo di Balsorano in provincia dell’Aquila a confine con il comune di Sora.

Per arrivarci un sentiero impervio e ripido come una parete delle Torre Trango. Niente paura. Arriva un quad tre posti. Il condottiero e audace pilota, nel posto centrale l’arcivescovo Fabio Bernardo D’Onorio e dietro (ai visto mai che ci perdiamo l’arcivescovo per la via) il sottosegretario sindaco Vittorio Sgarbi. Notte buia non fai paura.

Dietro una vera e propria processione di persone che invece se la sono fatta a piedi. Compresa la sindaca Antonella Buffone di Balsorano, piccolo paesino arroccato sulle montagne dove si trova il santuario di S. Angelo a circa 900 metri di altitudine sul livello del mare, a monte di Balsorano, alla sommità di un monte chiamato appunto S. Angelo.

Siamo (per poco) in Abruzzo, in quel lembo di terra che collega L’Aquila a Frosinone e si adagia sui monti Ernici.

Arcivescovo emerito di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio

Dal crocifisso di gesso, piantato là sullo scoglio poco dopo l’inizio della difficile ascesa, è tutto un susseguirsi di bellezze rupestri. Dopo aver attraversato il paese si prende una stradina che sale dritta, fra i muri a secco che recingono campi ed orti, verso un ampio vallone: in alto si scorge la parete dove è situata la grotta.

La grotta di Balsorano si chiama grotta S. Angelo perché vi fu sempre venerato S. Michele Arcangelo. Anticamente, all’interno della grotta, vi erano tre dipinti dell’Arcangelo. In tutto il Medioevo S. Michele Arcangelo viene quasi sempre chiamato S. Angelo. La città del Gargano, dove si apre la famosa grotta e dove apparve, secondo la tradizione, l’Arcangelo S. Michele, si chiama monte S. Angelo.

Che dire. Per fortuna l’Italia ha personaggi irriverenti come Vittorio Sgarbi che riesce a coinvolgere personaggi “sacri” come l’arcivescovo di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio e l’ha fatto tornare bambino.

Unica nota stonata per il sottosegretario. Quando gli hanno mostrato la stanzetta “singola” dove trascorre la notte s’è messo paura ed è tornato a valle in quel di Arpino dove ha ritrovato i comfort ai quali ormai non rinuncia più (e fa bene).

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