Santa Marinella – “Quella donna sono io. Il video con il sindaco non doveva uscire la mia vita rovinata”

La donna si confessa sulle pagine di Repubblica: “Con Tidei è successa una volta sola. Ieri ho dovuto raccontare tutto a mio marito: è un uomo perbene e sta soffrendo molto”

SANTA MARINELLA – Continuano ad uscire notizie sul caso che ha finito col travolgere il sindaco del Pd Pietro Tidei.

La cosa che oggi sta facendo clamore dalle prime luci dell’alba è l’intervista di una delle amanti di Pietro Tidei rilasciata al collega Giuseppe Scarpa di Repubblica che fa passare in secondo piano le suppliche del consigliere architetto Alessio Rosa per la sorella.

“Sì, sono io la donna ripresa con il sindaco in una stanza del Comune e l’ho dovuto dire a mio marito”.

La donna, impiegata statale e con il marito che avrebbe ricevuto anche una proposta di lavoro ha scambiato le pagine di Repubblica come il confessionale di un prete: “Ieri. La pressione era insostenibile. Avrei voluto affrontare la vicenda in ben altro modo, tutto questo è un dramma. Avrò anche sbagliato ma non merito questa macchina del fango”.

Di questo video tutti ne parlano ma in realtà ad averlo visto sono in pochi. Gli inquirenti, Roberto Angeletti e i suoi legali.

Forse se il sindaco non avesse sporto denuncia la cosa sarebbe rimasta come voce, chiacchiericcio, pettegolezzi. Invece la perquisizione e la citazione del reato sul decreto di sequestro ha fatto esplodere uno scandalo senza precedenti.

Il problema di queste telecamere negli uffici di Tidei ci sono da molti giorni prima rispetto alla denuncia presentata dallo stesso quando pensava che ci fosse in corso un tentativo di sfiduciarlo a suon di reati.

Perché stavano lì da prima e da quanto tempo?

Già perché se gli indagati erano Angeletti & Co. perché la Procura di Civitavecchia era così curiosa da “spiare” il sindaco?

Una domanda che troverà risposta dalle carte. Quelle telecamere per stare lì hanno avuto l’autorizzazione di un giudice per le indagini preliminari con la controfirma del procuratore.

C’era un’inchiesta parallela che è finita in una bolla di sapone?

Qualche corto circuito deve esserci per forza di cose stato visto che ad essere video ripreso, come anticipato un mese fa da Il Fatto Quotidiano, c’era pure il comandante della locale stazione dei carabinieri, maresciallo Carmine Ricci (che non si capisce il motivo per il quale non sia stato ancora trasferito).

Quello che sta passando in secondo piano è proprio l’atteggiamento della caserma dei carabinieri di Santa Marinella dove, qualche settimana prima che scoppiasse lo scandalo, era stato il vice di Ricci a finire agli onori delle cronache per aver favorito la latitanza di un criminale.

Santa Marinella – Arresti mancati, il ruolo del carabiniere infedele e le indagini depistate

In tutto questo grande tritacarne sono finiti in molti, non per ultimo l’architetto e consigliere comunale Alessio Rosa che, a quanto si legge su La Verità, avrebbe chiesto un favore per la sorella impegnata in un concorso alle Ferrovie dello Stato (anche se poi sembra non essere servita a nulla).

Poi il concorso a camicia per l’operaio della Multiservizi e l’allegro atteggiamento del dirigente Bartolomeo Bove.

Insomma, da quelle immagini non appare nulla di nuovo rispetto a quello che è il “costume” della società italiana.

Ma torniamo alla donna e alla sua intervista a Repubblica: “Adesso non intendo fare assolutamente niente, non sono in grado. Tutto quello che sta accadendo è più grande di me. Ora sto pensando ad altro. A mio marito, lui è una persona per bene che sta soffrendo a causa di questa vicenda. Io ho sbagliato ma è un fatto privato che riguarda la mia famiglia”.

La donna, incalzata dal giornalista racconta anche particolari su quell’incontro a luci rosse: “Ero lì per lavoro. Con Tidei ci conosciamo da tempo ed è successo quello che è successo. Un’unica volta, nessuna relazione, lo definirei uno scivolone e adesso sono impigliata in questa rete”.

Poi, presa dalla rabbia si scaglia contro il primo cittadino e ne chiede addirittura le dimissioni: “Guardi – rispondendo a Giuseppe Scarpa – io non ho fatto una bella figura con i miei cari, lui forse da sindaco non avrebbe dovuto fare quello che ha fatto dentro una sede istituzionale. Quindi dopo tutto questo caos forse si sarebbe dovuto dimettere”.

La telenovela non sembra finire e c’è da aspettarsi ancora qualche colpo di scena.