Civitavecchia – L’intuito di Manuel Bencini dietro il documentario su Lucio Dalla: “Dallamericaruso. Il concerto perduto”

CIVITAVECCHIA – C’è la mano di un civitavecchiese, o meglio l’intuito, la passione e la ricerca, dietro al nuovo lavoro di Walter Veltroni “Dallamericaruso. Il concerto perduto” che arriva al cinema il 20, 21 e 22 novembre distribuito al cinema da Nexo Digital. Un documentario sul grande Lucio Dalla, ad ottant’anni dalla nascita, incentrato sul famoso concerto di Dalla al Village Gate di New York del 1986.

Il documentario è infatti nato grazie al recupero delle immagini newyorkesi, che erano andate perse. «Per puro caso, i nastri sono stati acquistati quattro anni fa in un mercatino da un cinefilo di Civitavecchia – ha raccontato proprio Veltroni – e, una volta scoperto che si trattava di un concerto di Dalla, questo appassionato ha consegnato le bobine alla Sony, che ha deciso di trasformare tutto in un film evento».

Il civitavecchiese si chiama Manuel Bencini ed è conosciuto nell’ambiente come “l’Indiana Jones dei materiali televisivi perduti”. Una passione la sua che coltiva da più di quindici anni ormai, tramandata dal nonno, “un malato come me per queste cose” ha confessato. «Abitando porta a porta con lui – ha raccontato – già a tre anni “giocavo” con i videoregistratori». In questi anni Bencini ha collaborato con la Rai, con televisioni private, legando il suo nome a ritrovamenti come quello di un filmato di Enzo Tortora oppure alla collaborazione con Luca Rea, tra gli autori di “Stracult”, “Techetechete”, e di un film su Aldo Moro e su Gaber. «Ho trovato queste bobine da uno svuota cantine a Faenza – ha raccontato Bencini, confermando di essersi trovato tra le mani un vero e proprio tesoro – il concerto di New York era andato in onda sulla Rai, ma solo una parte. Quello che ho trovato, invece, è il girato integrale, con i 18 brani, oltre due ore di concerto, con tanto di backstage». Ma c’era il problema del formato, essendo stato girato in America. Così Bencini si è dovuto rivolgere ad un professionista in Olanda per renderlo leggibile ed utilizzabile.

«Quando mi è tornato indietro l’hard disk con quelle immagini – ha spiegato – mi sono reso conto della straordinarietà del ritrovamento; ho restaurato tutto e e mi sono rivolto alla Sony». Da lì la decisione di trasformarlo in un progetto più ampio. «Veltroni si è innamorato subito di queste riprese – ha sottolineato Bencini – un vero capolavoro, con un Dalla eccezionale, a metà degli anni ottanta, all’apice della carriera».

Domani la prima a Bologna: e Bencini sarà lì, in prima fila, curioso di assistere a quello che Veltroni ha definito «un viaggio nel tempo, una meravigliosa esperienza di speleologia nel passato».

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