ROMA – Dopo aver rivoluzionato il mondo dello street food con il celebre Trapizzino, lo chef romano Stefano Callegari torna a far parlare di sé, questa volta con un progetto che guarda alla tradizione: una rosticceria di quartiere, moderna nel format ma nostalgica nei sapori.
Si chiama Arbanco e ha appena aperto in via Cipro 71, nel quartiere Trionfale a Roma, completando un trittico tutto romano insieme a Romanè e Romanè Armare, situati rispettivamente ai civici 106 e 61 della stessa strada.
Callegari, classe 1968, è noto a livello internazionale (ha anche una pagina Wikipedia in inglese) per aver dato vita nel 2005 al Trapizzino, ibrido tra tramezzino e pizza nato nel cuore di Testaccio e diventato simbolo del comfort food italiano, oggi presente in diverse città italiane e persino a New York. Ma ora, con Arbanco, lo chef torna alle radici più popolari della cucina capitolina.
Come racconta Gambero Rosso, Arbanco “riporta in vita una tradizione che trenta o quarant’anni fa era presente in tante città italiane, Roma inclusa, ma che nel tempo si è un po’ persa”: la rosticceria di quartiere, quella che profuma di casa e che propone piatti pronti, semplici e ben cucinati, da portare via o gustare subito.
Nel menu di Arbanco si ritrovano i sapori dei pranzi della domenica: lasagne, cannelloni, pollo alla cacciatora, abbacchio al forno, parmigiana di melanzane, involtini, frittate e verdure di stagione. Non mancano naturalmente i supplì, sia classici che di pesce, già apprezzati nei vicini Romanè e Armare. A completare l’offerta, anche sughi pronti – tra cui amatriciana, ragù e coda alla vaccinara – pensati per chi vuole cucinare a casa ma senza rinunciare al gusto autentico della cucina romana.
Il nome “Arbanco“, racconta l’account Instagram di Romanè, richiama l’immagine di una cucina che “sta al banco”, pronta, visibile, accogliente: un’idea di gastronomia popolare che torna ad essere protagonista in un quartiere in pieno fermento culinario. Con questa nuova apertura, Callegari dimostra ancora una volta la sua capacità di reinterpretare la tradizione, portandola a dialogare con i ritmi e i desideri della città contemporanea.