L’export del vino è salvo grazie alle scorte

Il settore resiste ai dazi imposti da Trump. Lo rivela il Report Wine Monitor di Nomisma

ROMA – Supportare le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella lettura delle tendenze di mercato globali e guidarle nella definizione delle proprie strategie di internazionalizzazione è il duplice obiettivo del Report Wine Monitor di Nomisma.

La fotografia aggiornata delle importazioni di vino nei principali mercati mondiali nel primo semestre del 2025 mette in luce l’assenza di un andamento univoco: nella prima metà dell’anno, infatti, i singoli Paesi monitorati nel report di Nomisma evidenziano dinamiche differenti, anche se complessivamente i dodici principali mercati internazionali fanno registrare una crescita del +1,5% a valore e del +2,1% a volume.

Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di riferimento, ma la fine dell’accumulazione di scorte da parte degli importatori in previsione dell’entrata in vigore dei dazi disposti dall’amministrazione Trump ha visto un secondo trimestre in calo: se infatti fino a marzo la crescita delle importazioni aveva segnato un +22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il cumulato aprile-giugno ha invece registrato una riduzione del -7%.

Si tratta di una tendenza che ha coinvolto anche gli acquisti di vini italiani: la variazione per il primo semestre appare positiva (+2,5%) solo grazie all’accumulazione avvenuta nei primi tre mesi dell’anno.