Il presidente USA esulta per il presunto accordo, ma restano ancora molti nodi da sciogliere
MONDO – Poco prima dell’una di notte è arrivato l’annuncio che segna una svolta storica nel conflitto di Gaza. Il presidente statunitense Donald Trump ha confermato che Israele e Hamas hanno accettato la prima fase del piano di pace per la Striscia. «Il cessate il fuoco è realtà», ha scritto su Truth Social. «Tutti gli ostaggi saranno presto liberati e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata. È un grande giorno per il mondo arabo, per Israele e per gli Stati Uniti». Trump ha poi ringraziato Qatar, Egitto e Turchia per la mediazione, definendo l’accordo “un evento storico senza precedenti”.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha commentato la notizia parlando di «un giorno di grande significato per Israele». «Con l’aiuto di Dio riporteremo tutti i nostri cari a casa», ha detto, annunciando la convocazione del governo per l’approvazione formale dell’accordo. Netanyahu ha espresso gratitudine ai soldati dell’IDF e alle forze di sicurezza «per il coraggio e il sacrificio» mostrati, e ha ringraziato «il Presidente Trump e il suo staff per la dedizione a questa missione sacra».
Poche ore dopo è arrivato anche il comunicato ufficiale di Hamas, che ha parlato di «un’intesa che mette fine alla guerra a Gaza» e prevede «il ritiro delle forze israeliane, l’ingresso di aiuti umanitari e lo scambio di prigionieri». Il movimento palestinese ha espresso apprezzamento per i mediatori regionali e per «gli sforzi del presidente Trump nel porre termine al conflitto e garantire il completo ritiro dalla Striscia».
Secondo i media israeliani, nelle città di Gaza e Khan Yunis centinaia di persone sono scese in strada per festeggiare l’annuncio del cessate il fuoco.
La prima fase dell’intesa prevede che Hamas liberi 20 ostaggi israeliani vivi in cambio del rilascio di circa 2.000 prigionieri palestinesi, tra cui 250 condannati all’ergastolo. Lo scambio dovrebbe avvenire entro 72 ore dall’avvio dell’accordo, la cui firma è prevista oggi.
Secondo Hamas, l’intesa include anche «la fine delle operazioni militari israeliane, il ritiro completo delle truppe e l’apertura dei corridoi umanitari». Il movimento ha chiesto alla comunità internazionale di vigilare sull’attuazione degli impegni da parte di Israele.
L’ufficio del premier israeliano ha riferito di una telefonata «emozionante e cordiale» tra Netanyahu e Trump, durante la quale i due leader si sono congratulati per «il risultato storico raggiunto». Netanyahu ha invitato Trump a parlare alla Knesset, e il presidente statunitense ha accettato: la visita è prevista per l’inizio della prossima settimana.
Trump ha anche diffuso un video inviatogli da alcune famiglie degli ostaggi, che lo ringraziano per l’accordo. «Il Presidente ce l’ha fatta, i nostri cari stanno tornando a casa», dicono le voci nel filmato.
Un funzionario della Casa Bianca, citato dalla CNN, ha spiegato che il ritiro israeliano sulla linea concordata dovrebbe richiedere «meno di 24 ore» una volta approvato l’accordo. Dopo il ritiro, scatteranno le 72 ore previste per il rilascio degli ostaggi, che – secondo le stime americane – potrebbe iniziare lunedì, anche se alcune fonti non escludono un anticipo a sabato o domenica.
La BBC riferisce inoltre che Israele ha escluso dalla lista dei rilasci Marwan Barghouti, nonostante le pressioni di Hamas.
L’intesa arriva a due anni esatti dall’offensiva israeliana lanciata dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023, in cui Hamas uccise circa 1.200 persone e ne prese 251 in ostaggio. Da allora, secondo il ministero della Salute di Gaza, oltre 67.000 persone, tra cui più di 20.000 bambini, hanno perso la vita nelle operazioni militari israeliane.