Conferma dal comunicato di Avs–Sinistra Italiana Civitavecchia: “Solidarietà a Monica Calzolari e ai consiglieri estromessi dopo la revoca delle deleghe”. Comunisti all’opposizione di una maggioranza di Comunisti. Ci sarà da scrivere “fiumi di parole”
TARQUINIA — Quello che avevamo anticipato diventa realtà politica. La prima grande crepa nella maggioranza guidata dal sindaco Francesco Sposetti si è aperta ufficialmente con la revoca delle deleghe all’assessora Monica Calzolari e l’uscita dalla coalizione dei consiglieri di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs).
A darne pubblica conferma è un comunicato di Avs–Sinistra Italiana Civitavecchia, che esprime «ferma e sentita solidarietà» agli esponenti esclusi.
«Riteniamo che l’allontanamento forzato dell’assessora Calzolari, figura coerente e impegnata sui temi sociali e ambientali, sia un grave e incomprensibile atto politico che penalizza non solo le persone elette, ma anche la prospettiva progressista dell’amministrazione», si legge nella nota.
«Avs Civitavecchia rimane al fianco dell’assessora Calzolari e dei consiglieri estromessi, sostenendo con forza la loro dignità politica e la determinazione a proseguire, anche dall’opposizione, il loro impegno a favore dei cittadini di Tarquinia».
Cosa succede ora
La rottura arriva nonostante non siano ancora trascorsi due anni dall’insediamento della giunta Sposetti: un segnale di fragilità che potrebbe trasformarsi in crisi conclamata. I numeri in Consiglio saranno decisivi per capire se la maggioranza riuscirà a ricompattarsi con un rimpasto o se si aprirà una fase di governo di minoranza con votazioni “a geometria variabile”.

Tra i corridoi di Palazzo si rincorrono letture e responsabilità politiche; i critici del sindaco temono un vuoto di leadership che, se non colmato in fretta con un perimetro chiaro e un programma condiviso, potrebbe far crollare l’impalcatura costruita finora. Nel caso peggiore, sullo sfondo c’è l’ipotesi di un ritorno alle urne. Le ragioni della frattura (secondo Avs)
Dalle parole di Avs emerge una contestazione di metodo e merito: la revoca delle deleghe sarebbe «un atto politico grave e incomprensibile» che colpisce un tassello considerato centrale su giustizia sociale e transizione ecologica. Il gruppo civitavecchiese rivendica il lavoro svolto dai propri rappresentanti a Tarquinia e annuncia che la battaglia proseguirà dai banchi dell’opposizione.
La necessità di chiarezza
In un passaggio così delicato, ai cittadini serve trasparenza: motivazioni formali della revoca, nuova distribuzione delle deleghe, perimetro della maggioranza e calendario delle prossime tappe amministrative. Ogni giorno senza risposte alimenta incertezza su bilancio, opere, servizi e sullo stesso indirizzo politico della città.
La posta in gioco
Tarquinia ha bisogno di un’amministrazione capace di decidere e spiegare. O la giunta Sposetti ricostruisce in tempi rapidi un patto politico credibile—mettendo nero su bianco priorità e responsabilità—oppure la crisi rischia di incancrenirsi, paralizzando l’azione pubblica. La città non può permettersi lunghe fasi di stallo. Conoscendo la codardia politica del sindaco c’è da aspettarsi tutto e il contrario di tutto. C’è solo da attendere mentre l’opposizione, come al solito, dorme.
Tarquinia – Dietro la cacciata della Calzolari una crisi di maggioranza sempre più forte

 
		