Il fenomeno ha coinvolto le Asl di Frosinone, Rieti, Latina e Viterbo e alcuni ospedali romani
ROMA – Scandalo sui costi dei medici a chiamata, diventati ormai indispensabili per coprire i turni ospedalieri, arrivando a costare più del doppio dei colleghi in organico. A loro si rivolgono gli ospedali del Lazio come unica soluzione, medici in pensione o meno, reclutati da cooperative per 250 euro all’ora per un turno da privatista, contro i 45 euro di un dipendente del Ssn. E’ la Corte dei Conti – secondo quanto riportato da Repubblica – ad aver avviato un’ indagine sul “sistema gettoni”. E se tutte le regioni ricorrono a personale esterno, sembrerebbe che nel Lazio la pratica sia diventata eccessiva. Il fenomeno ha coinvolto le Asl di Frosinone, Rieti, Latina e Viterbo e alcuni ospedali romani. Costi che vanno a gravare ulteriormente sui costi delle già dissestate casse regionali alla luce di un sistema che sarebbe stato avviato la prima volta nel 2015 nell’ospedale di Subiaco e proseguito durante la pandemia, fino ad arrivare al 20% dei nosocomi laziali che ne fanno ricorso. Cooperative che ormai offrono quasi tutte le specializzazioni della medicina, le ultime nate riuniscono addirittura medici psichiatri, per coprire i turni dei reparti di psichiatria di molti ospedali. Spesso per coprire i posti in pronto soccorso, vengono chiamati medici da fuori regione che compiono un viaggio di ore, per un singolo turno e poi tornano a casa. I Nas al lavoro avrebbero già riscontrato irregolarità.