Poliglotta, docente universitario, esperienze diplomatiche dove ha ricoperto diversi incarichi internazionali. Ecco chi sarà il nuovo comandante che dovrà rimettere sulla giusta rotta il colosso del turismo croceristico italiano
CIVITAVECCHIA – In attesa del decreto ministeriale che lo farà insediare già dalla prossima settimana a Molo Vespucci, andiamo a conoscere meglio l’avvocato Francesco Maria Di Majo, nome accolto favorevolmente da tutti gli schieramenti politici, di sinistra, destra e centro. Un volto pulito. Studioso, con grandi esperienze professionali all’estero e poliglotta. Parla, infatti, cinque lingue in modo corretto e fluido.
Ecco il suo profilo.
L’avvocato Francesco Maria di Majo, Counsel dello studio internazionale di diritto marittimo Watson Farley & Williams, ha partecipato, in qualità di consulente giuridico, esperto di diritto europeo dei trasporti, alla “Iniziativa di Studio sulla Portualità” del Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica (DIPE) della Presidenza del Consiglio. Egli vanta una esperienza quale diplomatico presso il Ministero degli Affari Esteri in cui ha ricoperto diversi incarichi internazionali, tra cui quello di addetto commerciale presso l’Ambasciata d’Italia a Vienna partecipando al negoziato dell’Accordo di Stato, Italia-Austria, per la realizzazione del Tunnel di Base del Brennero.
E’ stato project manager di un programma dell’Unione Europea nei Balcani occidentali (in particolare nel settore degli appalti pubblici, concorrenza, ambiente ed energia) e consulente giuridico di diverse organizzazioni internazionali e di Stati esteri nel settore degli appalti pubblici, energia, valorizzazione del demanio pubblico e revisione delle misure di controllo doganale nei porti.
Egli ha ricoperto il ruolo di delegato della Camera di Commercio italiana per la Germania ed è docente di diritto europeo ambientale presso l’Università per Stranieri di Perugia nonché autore di numerose pubblicazioni sull’argomento e sulla portualità. Di Majo è nato e vive a Roma, è coniugato e padre di due figli.
L’Avv. di Majo lavora, come “of counsel”, presso la sede di Roma dello studio Watson Farley & Williams (uno dei maggiori studi legali di shipping, con sedi in 11 Paesi nel mondo e con sede principale a Londra) e presta consulenze in questioni internazionali legate ai trasporti marittimi e ferroviari, energia/ambiente e al commercio internazionale, nonché a tematiche inerenti al diritto dell’Unione Europea. Come esperto giuridico nel 2010 è stato incaricato dal DIPE della Presidenza del Consiglio di realizzare uno Studio sulla riforma del settore portuale italiano.
Lo Studio finale (del gennaio 2012) è stato utilizzato dal DIPE per redigere un proprio studio, di cui l’Avv. di Majo è stato anche co-autore, sulla portualità italiana volto ad individuare, in particolare, i criteri per una efficace pianificazione a livello nazionale dei finanziamenti pubblici in favore delle opere infrastrutturali portuali e di quelle ferroviarie a servizio dei porti.
Lo studio del DIPE sulla portualità italiana (pubblicato nel luglio 2014) è stato anche richiamato nel Piano Strategico Nazionale della Portualità del 2015. L’avv. di Majo ha continuato a collaborare con il DIPE ed ha fornito di recente alcuni contributi scritti ed aggiornamenti sul predetto studio, in particolare in relazione alle iniziative dell’UE volte allo sviluppo del trasporto marittimo (es. il meccanismo della Connecting Europe Facility, CEF; il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici, FEIS c.d. Piano Juncker; la direttiva sui combustibili “puliti” nel trasporto marittimo) e della portualità (es. l’adottando Regolamento per l’accesso al mercato dei servizi portuali e la trasparenza finanziaria dei porti; il Regolamento UE n.1257 sul riciclaggio delle navi etc.).
L’avv. di Majo ha prestato per 11 anni (dal 1996 al 2007) servizio presso il Ministero degli Affari Esteri come diplomatico (Consigliere di Legazione) ricoprendo diversi incarichi in Italia e all’estero, sia presso le nostre rappresentanze diplomatiche (a Vienna come addetto commerciale e Console italiano), sia presso le istituzioni europee (a Lussemburgo presso la Corte di giustizia dell’UE) e sia presso Governi di Paesi candidati all’UE, nella qualità di pre-accession advisor (a Praga presso il Ministero dell’Industria e del commercio della Repubblica Ceca) nonché di project manager (presso i governi dei Paesi dei Balcani occidentali), nell’ambito di un progetto di europeo di cooperazione istituzionale volto ad assistere tali Paesi all’adattamento delle loro normative nazionali al diritto dell’UE (in particolare nel settore degli appalti pubblici, della libera prestazione di servizi, ivi compresi quelle ferroviari, della tutela dell’ambiente e della concorrenza).
A Vienna ha seguito il negoziato che ha portato alla conclusione dell’Accordo tra Italia e Austria (del 2004) per la realizzazione del tunnel di base del Brennero. La conduzione di tale incarico è stata anche favorita dalla perfetta conoscenza dell’avv. di Majo della lingua tedesca, oltre a quella dell’inglese e del francese (l’avv. di Majo ha lavorato come avvocato per 2 anni a Parigi). Conosce anche la lingua spagnola, ceca e serba.
E’ autore di numerose pubblicazioni scientifiche, tra cui un Codice commentato con la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE del Trattato sull’UE (a cura del Prof. Luigi Ferrari Bravo), nonché di articoli riguardanti i la gestione dei rifiuti e gli aiuti di Stato, pubblicati nel libro “Diritto Ambientale Europeo” (a cura del prof. Roberto Giuffrida) e sul tema della portualità. Nel 2014 ha organizzato e partecipato, per conto della Camera di Commercio italiana per la Germania (con la quale dal 2013 ha un rapporto di collaborazione), un Workshop a Vienna (presso l’Ambasciata d’Italia) sul ruolo del Porto di Trieste per l’economia austriaca.
L’esperienza internazionale maturata dall’Avv. di Majo, in diversi settori (portuale, economia dei trasporti, giustizia, ambiente, energia, commercio internazionale etc.) ed incarichi (avvocato, diplomatico, project manager dell’UE e di altre organizzazioni internazionali etc.), lo hanno portato a conoscere perfettamente le esigenze (in particolare sotto il profilo dei servizi richiesti) delle imprese che operano a livello internazionale, nonché il contesto legale-amministrativo (nazionale ed internazionale) e quello economico mondiale nell’ambito del quale i porti italiani dovrebbero svilupparsi per essere competitivi a livello internazionale, sfruttando anche le opportunità di sostegno finanziario offerte dall’UE nel settore portuale e dei trasporti.