L’avvocato del consigliere comunale Bruzziches (in veste di agente provocatore): “Frontini non ha mai smentito quelle frasi”. A sminuire l’entità delle minacce lo stesso avvocato: “Se davvero si fosse scusata non l’avremmo querelata”
VITERBO – Più che una spy story sembra di assistere ad un film della Pantera Rosa o peggio ancora ad una scena da ricordi memorabili come quelle di “Amici Miei”. Minacce fatte per conto terzi. Consiglieri comunale e militanti trasformati in agenti infiltrati che hanno registrato incontri e filmato eventi.
La sindaca Chiara Frontini ha rivoluzionato davvero Viterbo trasformandola in una sorta di scuola di formazione a livello mondiale di agenti provocatori.
Al momento, al di là dei titoloni dei giornali, la montagna ha prodotto un topolino. Se la tesi dell’accusa dovesse rimane questa non solo appare difficile un’incriminazione reale dei protagonisti in negativo e cioè Chiara Frontini e il marito Fabio Cavini ma nel caso di un processo converrebbe loro patteggiare ad una multa di circa 500 euro. A tanto porterebbe l’inutile caccia alle streghe. Invece, la produzione di intercettazioni che stanno spuntando come funghi un po’ ovunque, dovrebbero essere oggetto della riforma voltura dalla Corte di Strasburgo sull’utilità dell’agente provocatore.
L’agente provocatore rappresenta il soggetto che determina o istiga altri alla commissione di un determinato reato, perché vuole che l’autore sia colto sul fatto e pertanto, punito.
Si tratta di una figura attorno alla quale si è ampliamente discusso (della sua trattazione si consiglia la lettura dell’articolo ad essa dedicato), in particolar modo sulla sua liceità e sulla sua possibile introduzione nella nostra legislazione.
La nozione di agente provocatore comprende, oltre alla figura tradizionalmente intesa, anche quella dell’infiltrato, del falsus emptor, dell’agente sotto copertura.
La figura tradizionale si caratterizza per il fatto di apportare un contributo di tipo morale, dato che l’agente istiga a realizzare un reato, anche al solo fine di raccogliere prove di reità a carico del provocato.
Pertanto, l’attività dell’agente si sostanzia prettamente in una istigazione o in una determinazione.
Viceversa, le figure dell’infiltrato e del falsus emptor forniscono contributi sia di tipo morale che materiale alla commissione del reato e concernono l’ambito delle fattispecie plurisoggettive necessarie: l’infiltrato si insinua all’interno di compagini associative criminali al fine di carpire informazioni sui membri, sulla struttura e sulle finalità perseguite dall’associazione; il secondo, invece, si finge parte in determinati reati contratto (ad esempio, falso corruttore, falso acquirente di sostanze stupefacenti).
Su un sito locale abbiamo letto l’intervista dell’avvocato della agente provocatore Marco Bruzziches.
L’avvocato Stefano Maria Falcioni, che assiste appunto i coniugi Bruzziches che nei giorni scorsi ha avuto accesso al registro delle notizie di reato in qualità di legale di parte offesa, afferma: “È stata presentata querela affinché la procura possa fare chiarezza su quanto successo e detto durante la cena. I magistrati stanno operando con attenzione e accortezza, sentendo anche le parti offese e altre persone. Siamo in attesa dello sviluppo delle indagini che, sia chiaro, potrebbero concludersi pure con una richiesta di archiviazione. In ogni caso, ci rimetteremo a ciò che deciderà la procura. Se dovesse ritenere che non ci siano aspetti di carattere penale, ne prenderemo atto. Pur sottolineando che ciò non escluderebbe che ci siano stati dei danni nei confronti delle parti offese. La stessa Frontini, finora, non ha mai smentito quelle affermazioni”.
Una supercazzola da film di “Amici Miei Atto Terzo”.
Adesso la difesa passerà all’attacco. La prima cosa che ovviamente faranno gli avvocati Roberto Massatani (Frontini) e Giovanni Labate (Cavini) sarà quella di acquisire dal fascicolo la o le registrazioni. Farle trascrivere in modo integrale e tutte per capire se Bruzziches e la moglie abbiano realmente partecipato a questa cena intimoriti o se in realtà abbiamo volutamente provocato i padroni di casa cercando risposte utili da poter poi usare contro gli stessi.
Certo è che leggendo quello che è stato reso pubblico appare un po’ pochino il materiale da utilizzare come prova di un cataclisma politico e soprattutto serve qualcosa di veramente più incisivo perché se le cose dovessero essere queste il caso sarà affrontato davanti al Giudice di Pace.
Al di là di casi gravi, può esservi anche un reato di minaccia più lieve punibile con una multa fino a 1032 euro. In questi casi non sarà il Tribunale a comminare la pena e valutare la gravità del reato, ma sarà sufficiente il Giudice di Pace, più adatto a gestire controversie per reati di entità ridotta.