Oggi la sua prima conferenza stampa ufficiale per presentarsi alla città
VITERBO – È ufficialmente entrato in carica il nuovo prefetto di Viterbo, Sergio Pomponio, proveniente dal suo da poco terminato incarico a Lecco e originario di Avellino.
Originario di una terra non lontana geograficamente dalla Tuscia, Pomponio ha definito questo nuovo incarico come “la sfida più particolare” della sua carriera.
“È un territorio che, tutto sommato, conosco poco – ha dichiarato – e proprio per questo la responsabilità che sento è ancora più forte. Questo peso, però, rende il mio compito ancora più stimolante e entusiasmante”.
Nel corso del suo primo incontro con la stampa, il prefetto ha evidenziato alcuni dei temi che guideranno la sua azione: sicurezza, accoglienza e vicinanza ai cittadini.
“I prefetti hanno competenze molto variegate, tutte legate al concetto di securitas – ha spiegato –. Il nostro compito è, in fondo, quello di togliere la preoccupazione”. Da qui l’attenzione alle “gravità e alle situazioni di bisogno”, perché “i cittadini sono alla base del lavoro della prefettura”.
Non sono mancati i primi rilievi sul territorio: tra le criticità segnalate, Pomponio ha indicato in particolare il fenomeno dell’occupazione abusiva, che ha definito “più forte qui rispetto ad altri territori simili per densità”, e quello della violenza urbana, su cui ha promesso interventi mirati non solo in chiave repressiva, ma anche preventiva e sociale.
“Bisogna comprendere perché si verificano certi fenomeni – ha detto –. Spesso sono legati a disagio sociale, a occupazioni abusive e a problematiche legate all’integrazione”.
Anche il tema dell’accoglienza dei migranti è stato toccato con decisione: “Il numero degli accolti è molto significativo. Dobbiamo trovare il modo di interagire con questa realtà per accompagnare i migranti nel loro percorso di integrazione”.
Pomponio ha mostrato anche un lato personale e culturale non trascurabile, confessando di essere rimasto affascinato dalla città: “Al mio arrivo ho voluto perdermi nelle vie di Viterbo, anche per vedere con i miei occhi il percorso di Santa Rosa. Sarà uno dei momenti cruciali anche per la sicurezza pubblica”.
Ha poi rivelato di essere un estimatore di San Bonaventura e della famiglia Farnese, figure centrali nella storia del territorio.
Con uno stile sobrio ma deciso, il nuovo prefetto ha infine chiarito il metodo che intende seguire: “Per me sarà fondamentale vivere il territorio. Voglio girarlo, vederlo di persona, conoscere i problemi con i miei occhi. Solo così potrò essere davvero utile”.