CIVITAVECCHIA – Nel giorno dedicato alla Disabilità, i genitori e i parenti delle persone ospitate all’Istituto Calamatta di Civitavecchia (struttura ex art. 26) hanno diffuso un comunicato che denuncia una situazione definita “gravissima”, a seguito dei tagli alle ore di assistenza decisi dalla Dirigenza Generale della ASL Roma 4.
Secondo quanto riferito dai familiari, dal primo dicembre il rapporto tra operatori e pazienti disabili è passato da 1:1 a 1:5. Una modifica che, denunciano, mette a rischio la salute delle persone ospitate: si parla infatti di pazienti con disabilità gravi e gravissime, non autosufficienti, affetti da disturbi del comportamento, autismo e patologie multiple, spesso legate all’età avanzata. “Un operatore ogni cinque pazienti è inconcepibile”, affermano i firmatari.
Il comunicato elenca le criticità generate dalla misura: persone che devono essere lavate più volte al giorno, assistite per mangiare, curate costantemente e monitorate per evitare episodi di autolesionismo o comportamenti aggressivi. Situazioni che, secondo le famiglie, richiedono un’assistenza dedicata e continua, non compatibile con una riduzione così drastica del personale OSS.
A complicare ulteriormente la situazione, le condizioni della struttura: “Locali fatiscenti e pieni di barriere architettoniche”, scrivono i parenti, che attribuiscono all’umanità e alla professionalità degli operatori della cooperativa PgMelanie Klein l’unica risorsa che, fino ad ora, ha consentito di mantenere un livello di assistenza adeguato.
I familiari chiedono la revoca urgente della decisione della ASL Roma 4, definendola un provvedimento “che mette a rischio la vita e la dignità degli ospiti dell’Istituto”. Le famiglie, impossibilitate a prendersi cura a casa dei propri cari a causa della gravità delle disabilità, dichiarano di sentirsi “terrorizzate” da ciò che potrebbe accadere in una struttura ora sottodimensionata sul piano assistenziale.
Nel documento, i genitori e i parenti assumono una posizione netta: ritengono la Dirigenza Generale della ASL Roma 4 responsabile di qualsiasi conseguenza dovesse verificarsi in conseguenza della riduzione del personale.
Il comunicato si chiude con un appello alla collettività: “Chiediamo a tutte le persone di buona volontà di sostenerci e di aiutarci in questa battaglia di civiltà e rispetto nei confronti della disabilità grave e gravissima”. Una richiesta che mette al centro un tema spesso invisibile: i tagli ai servizi pubblici, sottolineano i familiari, “finiscono per pesare sulle persone più fragili, che pagano il conto più salato”.

