Viterbo meriterebbe di finire sui giornali nazionali per svariate ragioni e invece, purtroppo, negli ultimi tempi finiamo alla ribalta della cronaca sempre per i motivi sbagliati.
L’ultimo episodio riguarda un articolo pubblicato su Globalist, in data 19 agosto 2018.
https://www.globalist.it/news/2018/08/19/a-viterbo-scritte-razziste-sulle-case-degli-immigrati-non-vogliamo-neri-2029572.html
L’articolo ha il classico titolo ad effetto sparato a tutta pagina “A VITERBO SCRITTE RAZZISTE SULLE CASE DEGLI IMMIGRATI” ed è corredato da una bella foto dove campeggia la scritta “Terroni e negri stessa merda”. Nell’articolo si parla di presunte scritte razziste comparse, a mo’ di fogli di quaderno volanti, sulle porte delle case degli immigrati. Badate bene, fogli di quaderno non scritte sui muri.
Il Globalist riprende la notizia, pubblicata il giorno prima (18 agosto), dal giornale locale “Il Viterbese”.
Strano che pur essendoci decine di testate locali l’episodio sia stato riportato soltanto da “Il Viterbese” ma non è nostra intenzione accertare se la notizia sia vera o meno, se lo fosse ci auguriamo che ci sia un’indagine in corso.
Ai cittadini viterbesi preme innanzitutto tutelare l’immagine della propria città, poiché ritrovarsi “protagonisti” in una foto che non è stata scattata manco a Viterbo, ma è stata sbattuta lo stesso sui social come tale (l’articolo è stato condiviso su Facebook 18.312 volte) è stata una pubblicità negativa. Non era difficile immaginare il tipo di commenti poco piacevoli che avrebbe generato, a maggior ragione perché la maggioranza delle persone si ferma alle foto e ai titoli, senza approfondire il contenuto degli articoli.
Facendo una rapida ricerca per immagini si scopre che la foto con la scritta incriminata è stata scattata in due comuni in provincia di Avellino, Gesualdo e Frigento, il 5 dicembre 2017.
http://www.corriereirpinia.it/2017/12/05/contro-negri-e-terroni-vergogna-leghista-in-irpinia/
A onor del vero, sulla pagina Twitter del Globalist l’articolo appare rilanciato specificando che la foto non fa riferimento a Viterbo, mentre nell’articolo originale condiviso su Facebook, sotto la foto compare soltanto un generico “Scritte razziste”, senza precisare il luogo dove è stata scattata.
Crediamo che in un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo, in cui assistiamo quotidianamente a episodi di intolleranza dall’una e dall’altra parte, anche l’utilizzo di una semplice foto, usata con un po’ di leggerezza, possa dar luogo a un inasprimento dei toni e contribuire ad accendere ulteriormente gli animi.