Dalle 20 di ieri sera decine di pompieri e volontari stanno cercando di spegnere il fuoco, probabilmente doloso, che ha spazzato via decine e decine di ettari di boscaglia, olivi e alberi di macchia mediterranea
TARQUINIA – Una notte senza tregua. Le fiamme che ieri sera, grazie anche al forte vento, si sono sprigionate all’altezza di Sant’Agostino, sono arrivate alle porte di San Giorgio.
Decine di uomini e squadre tra vigili del fuoco e volontari della protezione civile sono al lavoro da oltre dodici ore ininterrotte e ancora non hanno avuto la meglio sulle fiamme.
L’incendio, probabilmente di origine dolosa, ha per il momento risparmiato le pinete ma la paura è che i piromani, vista la portata del vento, non ci riprovino.
Per questo, una volta avuta la meglio sulle fiamme, si cercherà di capire da dove è iniziato tutto.
Una notte da incubo per decine e decine di famiglie che abitano in mezzo a quelle campagne e, cosa curiosa, in tantissime abitazioni fin qui sconosciute, perlopiù in legno, lungo le sponde del fiume Mignone.
Una lotta impari che ha messo a dura prova il lavoro degli uomini impegnati direttamente sul fronte del fuoco che, sotto la spinta del vento, è avanzato in modo impietoso.
Il caldo torrido dei scorsi giorni ha sicuramente giocato un ruolo importante ma, da come è nato l’incendio, sembra essere stata ancora una volta la mano dell’uomo colpevole di questo disastro.
Arrivati a questo punto è necessario proteggere le pinete e le macchie mediterranee che ancora una volta, miracolosamente, sono riuscite a scamparla dalle fiamme.
Telecamere a raggi infrarossi e sistemi di fototrappole si rendono necessarie per tutelare quell’ultimo polmone verde secolare che caratterizza la costa nel tratto che va da San Giorgio fino alla Frasca.