La Corte dei Conti della Regione Campania ha chiesto 403 mila euro di risarcimento del danno erariale al governatore Vincenzo De Luca. Il presidente della Giunta è anche indagato dalla Procura ordinaria per i reati di falso ideologico e truffa, per la promozione di quattro vigili urbani suoi autisti personali a dirigenti dello staff della segreteria. Una indagine, quella penale, che va verso l’archiviazione, perché è prerogativa del presidente di Regione scegliere personalmente i componenti della propria segreteria. Ma per i magistrati contabili quelle prerogative hanno generato un danno alle casse dell’Ente. I pm hanno analizzato i decreti da lui firmati il 9 e il 10 marzo scorso con i quali modificava il regolamento interno della segreteria (aumentando dei componenti dello staff da uno a cinque) e la successiva promozione dei vigili con il raddoppio dello stipendio, da 2 mila a 4.600 euro lordi al mese.
Un danno per la Regione Campania, secondo la procura contabile, molto rilevante tanto da arrivare a oltre 400 mila euro. I vigili, secondo l’atto d’accusa dei pm contabili, sarebbero stati promossi a dirigenti quando invece avevano continuato a svolgere il ruolo di autisti del presidente De Luca. L’indagine “madre” nasce quasi per caso dopo un incidente avvenuto il 15 settembre del 2015 a Salerno. L’auto blu del presidente investì una ragazza in scooter. L’autista fu identificato e si scoprì che era un vigile urbano, poi promosso nella segreteria di De Luca. Da quel momento partirono le denunce del centrodestra ma anche aspre polemiche politiche stroncate dal presidente della Giunta con una solo parola: sciacallaggio. Tuttavia la procura di Napoli, con il pm Ida Frongillo e il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, aprì un’inchiesta e la Corte dei Conti un fascicolo. I pm sostenevano che De Luca avesse “favorito” il suo autista e altri tre ex vigili urbani inserendoli come membri dello staff delle relazioni istituzionali in Regione — pur essendo privi di formazione e dei titoli necessari — per aumentarne gli stipendi, garantendogli un’indennità extra di 4.600 euro lordi all’anno. Vincenzo De Luca fu anche interrogato nel periodo del primo lockdown spiegando che si trattava di una scelta fatta secondo la legge e la discrezionalità che ha il presidente di nominare nel suo staff persone di fiducia: salvo poi sospendere il decreto pochi giorni fa, dopo la scure della richiesta di risarcimento da parte della Corte dei Conti.