Ora l’autore (autrice) dell’esposto che ha gettato fango sugli amministratori e non solo rischia un’azione civile per il risarcimento dei danni
MONTEFIASCONE – Il pubblico ministero Franco Pacifici, a distanza di sei mesi, ha messo la parola fine su una vicenda che aveva fatto subito gridare allo scandalo.
Il caso è venuto alla luce nel gennaio scorso quando l’ex sindaco Massimo Paolini, il vicesindaco Orietta Celeste, gli assessori Massimo Ceccarelli, Paolo Domenico Manzi, Fabio Notazio e Rita Chiatti furono raggiunti dall’avviso di garanzia della Procura, assieme all’ex comandante Luigi Salvatori (ormai in quiescenza), all’allora comandante della municipale di Montefiascone Giulia Bassi e agli agenti Luciana Fronda e Giovanni Nunziati.
Al centro dell’inchiesta, la determina del 2017 e arrivata al 2019, che conferiva l’incarico di comandante a Giulia Bassi e contestualmente il concorso per l’assunzione di quattro agenti di polizia locale con contratto part-time a tempo determinato della durata di tre mesi.
Relativamente al concorso, in particolare, su tutti i tabulati a risposta multipla scritti dai concorrenti sarebbe stato fatto apporre il proprio nome e cognome e la propria firma.
Il tutto veniva messo nero su bianco in un esposto presentato alla Procura di Viterbo con accuse circostanziate sostenute da alcuni esponenti dell’opposizione di allora che definivano la prova: “In contrasto – secondo l’ipotesi accusatoria venuta meno nel corso delle indagini – con il principio dell’anonimato ribadito anche dal consiglio di stato al fine di garantire l’imparzialità della pubblica amministrazione nello svolgimento delle prove concorsuali”.
Adesso chi pensava di cavalcare la vicenda a fini elettorali (si voto il 3 ottobre) dovrà cambiare strategia e non solo. La richiesta di archiviazione mette la parola fine ad una stagione ricca di veleni e che rasserena il clima, fin qui teso, dei preparativi alla prossima tornata elettorale.