I dipendenti, attraverso un voto referendario, hanno respinto l’accordo di salvaguardia e condannato al licenziamento decine di colleghi
CIVITAVECCHIA – Port Mobility ha avuto il via libera ai licenziamenti direttamente dai lavoratori. Quando fu dichiarato lo stato di crisi e i lavoratori organizzarono una tre giorni di sciopero arrivarono, a loro sostegno, anche un nutrito gruppo di politici.
Giorni di trattative con i sindacati che alla fine sono riusciti a strappare un accordo vantaggioso per tutti e in grado di mantenere la forza lavoro integra senza licenziamenti.
Nonostante tutto, i lavoratori, hanno chiesto ed ottenuto (atto non dovuto) di esprimere la loro opinione sull’accordo attraverso un referendum interno. La maggioranza dei lavoratori ha bocciato l’accordo.
L’intesa era stata raggiunta su un pacchetto di misure comprendenti, tra l’altro, il ricorso agli ammortizzatori sociali (invece appunto del taglio di 26 posti) insieme a un accordo integrativo mirato a garantire la flessibilità necessaria per coprire i turni estivi e i picchi di lavoro. Quindi,
rispetto alla situazione creatasi un mese fa, niente più tagli e un accordo che nelle settimane scorse avrebbe dovuto essere sottoscritto anche in virtù dell’intervento di garanzia risolutivo del Presidente Musolino che aveva convinto il proprietario dell’azienda, l’avvocato Edgardo Azzopardi, ad accettare le condizioni poste in essere dai sindacati e del sindaco Ernesto Tedesco che si è speso in prima persona affinché si raggiungesse un accordo.
La vittoria del “No” al referendum interno è stato un secco “no” all’accordo e quindi meglio licenziare i 26 dipendenti. Uno schiaffo a tutti quei colleghi che perderanno il posto di lavoro. Uno sberleffo alla politica che aveva avuto la sensibilità di portare il proprio sostegno ai lavoratori in sciopero. Avrebbero tutti continuano a lavorare e guadagnato qualcosa in più. Invece… i fatti lasceranno spazio alle tante parole e carte scritte.
Il 26 aprile prossimo l’azienda ha convocato i sindacati per chiudere la vertenza, comunicare l’esito del referendum e, contestualmente, i nomi dei primi lavoratori che da maggio dovranno cercarsi una nuova occupazione.
Ecco in esclusiva il documento che abbiamo avuto grazie ad un sindacalista sconfortato da quanto accaduto: “questi lavoratori pensano di essere dipendenti statali. Quello che eravamo riusciti ad ottenere contrattando con l’azienda nessuno in Italia sarebbe stato in grado di farlo con un’impresa privata. Adesso dobbiamo per forza di cose assistere al licenziamento VOLUTO dai lavoratori stessi. Non ci sono parole e non penso potranno esserci dal 26 in poi quando inizieranno ad arrivare le prime lettere di licenziamento. Rispettiamo la democrazia. Questa strada l’hanno, attraverso un referendum, i lavoratori stessi. Roba da non credere“.
PORT MOBILITY - Accordo Sindacale 12.04.22