Molti colti di sorpresa dall’improvvisa crisi del Governo Draghi. Durigon, Fazzone e Ruspandini sicuri della riconferma. Grillini vicini all’estinzione, mentre nel PD buone chance per De Angelis. In via di definizione anche le liste per le regionali
L’imprevista accelerazione della campagna elettorale riguardante le politiche (e di conseguenze le regionali del Lazio) causa la crisi del governo Draghi, ha provocato fermento in tuta Italia e le province di Frosinone e Latina non fanno eccezione.
A Frosinone ci sono tanti deputati e senatori uscenti (anche se in pochi se ne sono accorti), ma pochi di loro hanno la certezza di essere rieletti. Soprattutto per il fatto che il risultato elettorale di cinque anni fa, con il voto di protesta dato a chi voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, si è rivelato un bluff senza precedenti.
Un record che aveva portato, tra Camera e Senato, una nutrita schiera di parlamentari del basso Lazio all’elezione. Una cosa mai vista ma, per molti di loro, c’è stato subito bisogno dell’intervento di “Chi l’ha visto”. Alcuni, infatti, dopo aver incassato il seggio ed essere arrivati anche all’agognato vitalizio, hanno completamente ignorato i bisogni delle bistrattate province di Frosinone e Latina.
Questo discorso non vale per tutti, tanto è vero che già oggi possiamo affermare con certezza che Claudio Durigon (Lega) e Claudio Fazzone (Forza Italia), nella provincia di Latina, verranno confermati rispettivamente alla Camera e al Senato. Come verrà confermato il senatore di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini, leader indiscusso in provincia di Frosinone.
Un seggio dovrebbe andare anche per la riconferma di Nicola Calandrini (Latina) di Fratelli d’Italia, mentre più difficile la rielezione per il senatore amante dei selfie, Gianfranco Rufa, e per la deputata Francesca Gerardi, entrambi ciociari e della Lega.
I grillini del basso Lazio presenti in parlamento che, come detto, hanno sfruttato il voto di protesta del 2018, sono addirittura cinque. Tra voti in fumo, divieto di doppio mandato e “abbandono” del territorio che li ha eletti, nessuno è sicuro della riconferma. Anzi, con molta probabilità rimarranno fuori tutti. Si tratta di Raffaele Trano (Camera) e Marinella Pacifico (Senato) a Latina; Ilaria Fontana, Enrica Segneri e Luca Frusone a Frosinone. Tra questi la Fontana è stata addirittura nominata sottosegretaria al Ministero della Transizione Ecologica, prima di finire al centro delle polemiche politiche per la fuga dalla ciociaria dei mega investimenti della multinazionale Catalent. Nomi che, dopo un’intera legislatura sugli scranni del parlamento, sono ancora sconosciuti ai cittadini di Frosinone e Latina.
Nel Partito Democratico la situazione è più fluida anche perché nel 2018 nessun politico locale è stato eletto. Può rientrare in gioco Francesco De Angelis, leader assoluto del PD in provincia di Frosinone. Per lui il seggio dovrebbe essere sicuro. In provincia di Latina, nel 2018, si è candidato Claudio Moscardelli, oggi out per le note vicende riguardanti la concorsopoli alla Asl di Latina.
Ricordiamo, inoltre, che nella scorsa tornata elettorale avevano ottenuto il seggio in provincia di Latina anche Giorgia Meloni e Paolo Barelli. Non è detto che quest’ultimi si candideranno negli stessi collegi.
Il mosaico si completa con la previsione delle candidature alla regione Lazio, visto che le elezioni per i seggi alla Pisana ci saranno a novembre (se Zingaretti si dimette subito) o all’inizio del 2023 (se Zingaretti lascia la regione dopo la sua elezione al parlamento).
In provincia di Latina sperano di tornare alla Pisana i consiglieri uscenti Enrico Forte e Salvatore La Penna, mentre nel Movimento 5 Stelle, se resta la regola del doppio mandato, dovrebbe restare fuori Gaia Pernarella. Anche se, in quest’ultimo caso, è difficile pensare ad un M5S che riesca ad ottenere, con le percentuali di oggi, uno scranno in regione. Per Forza Italia potrebbe confermarsi Pino Simeone (se decide di andare avanti con l’attività politica), mentre la Lega schiererà l’attuale capogruppo Angelo Orlando Tripodi.
A Frosinone è lotta aperta all’interno del Partito Democratico. Nel 2018 sono stati eletti Mauro Buschini e Sara Battisti. Il secondo seggio è scattato perché la coalizione che sosteneva Zingaretti ha beneficiato, con la legge elettorale approvata alcuni mesi prima, del premio di maggioranza. Se la coalizione di centrosinistra dovesse perdere le elezioni regionali, il PD conquisterebbe un solo seggio e uno dei due resterebbe fuori. Inoltre, sulla campagna elettorale che verrà non può non pesare la vicenda della concorsopoli di Allumiere che ha avuto, come conseguenza, proprio le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio regionale di Buschini. In più si aggiunga la probabile candidatura del Presidente della Provincia, Antonio Pompeo. Insomma, tanti galli a cantare per un solo posto.
Il Movimento 5 Stelle punterà tutto sull’attuale capogruppo alla Pisana Loreto Marcelli. Per lui non c’è il problema del doppio mandato ma solamente quello del raggiungimento dei voti di lista utili per far scattare il seggio in provincia di Frosinone. Impresa ardua.
Difficile anche per Forza Italia la conquista del seggio. Il partito di Berlusconi in provincia di Frosinone è ridotto ai minimi termini. Potrebbe tentare l’elezione il sindaco di Anagni Daniele Natalia (l’unico che può vantare un buon bottino di voti) ma la legge impone le dimissioni dalla carica che ricopre oggi. Troppo rischioso. Ci proverà Samuel Battaglini? Potrebbe essere la prima volta in cui si misura con la preferenza e non con la candidatura “a perdere” a sindaco di Patrica.
Fratelli d’Italia, forte dei sondaggi che vedono il partito della Meloni con percentuali altissime, proporrà una lista di tutto rispetto. In caso di vittoria della coalizione potrebbe portare alla Pisana due consiglieri. Certo è che, dopo il passaggio a vuoto del 2018, gli eredi di Alleanza Nazionale entreranno di nuovo in Consiglio regionale. Tra i tanti, chi ha le carte in regola per rappresentare Fratelli d’Italia alla regione è Daniele Maura, uno dei pochi che all’interno del mondo di AN ha percorso tutta la gavetta necessaria per ben rappresentare la provincia di Frosinone alla regione.
Nella Lega si candiderà sicuramente l’uscente Pasquale Ciacciarelli (nel 2018 eletto in Forza Italia) che potrebbe contare anche sull’appoggio dell’ex presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese. Anche se dovranno far capire agli elettori come si può stare con Toti (Abruzzese) e Lega (Ciacciarelli) nello stesso momento. Attenzione, però, a Gianluca Quadrini. Di voti ne ha tanti, probabilmente più di tutti, e nella Lega in molti scommettono proprio sul capogruppo in consiglio provinciale.
In ultimo abbiamo lasciato il “trombato sicuro” delle prossime elezioni, sia politiche che regionali. Francesco Zicchieri, dopo aver girato l’intero emiciclo parlamentare, è arrivato al capolinea della sua breve carriera politica. Nel 2018 aveva “strappato” un collegio blindato in ciociaria (lui di Terracina) sventolando la sua carta d’identità con su scritto “nato ad Alatri”. Di disastri ne ha fatti tanti ed oggi quel seggio spetta senza ombra di dubbio all’ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.