CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo: La sospensione della gara dell’Enel per lo scarico del carbone e dello sciopero dei portuali, per migliorare le clausole sociali di salvaguardia dell’occupazione costituiscono un buon risultato raggiunto dal tavolo istituzionale per il lavoro, che era poi quanto auspicato alla vigilia da liste civiche, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Ora però mi aspetto che la mobilitazione di ieri per la preoccupazione per il futuro dei camalli, che in realtà comunque avrebbero il loro lavoro assicurato e tutelato dalla legge, e per i dipendenti di Minosse, impresa che per il 70% è di proprietà di imprenditori non certo locali, si registri per tutte quelle situazioni in cui il lavoro delle imprese locali è a rischio. Ciò purtroppo non è finora avvenuto per l’Ater e per altre stazioni appaltanti del territorio e per ultimo, recentemente, per la stessa Enel, quando un importante appalto di servizi in precedenza aggiudicato ad una impresa locale è stato vinto da una azienda pugliese.
Il reddito prodotto da Enel e dagli altri soggetti pubblici e privati che operano e fanno utili a Civitavecchia deve rimanere ed essere speso sul territorio.
Vale, giustamente, per la Compagnia Portuale e le imprese portuali, così come deve valere per tutta l’imprenditoria locale, che deve sentirsi altrettanto garantita dalle istituzioni, anche se non scende in piazza con le proprie maestranze.
Purtroppo, non mi pare di ricordare che nel recente passato qualcuno, oltre al sottoscritto e pochissimi altri, sia intervenuto, da destra a sinistra, con la stessa veemenza dimostrata ieri da chi si è schierato con forza a difesa degli interessi in campo.
Noi, quella stessa forza la mettiamo – sempre – a sostegno del lavoro e dell’impresa civitavecchiesi. E la metteremo, quando saremo al governo della città, per impedire ad Enel e a chiunque altro di continuare nel suo “divide et impera” al massimo ribasso, a danno della comunità locale.
Massimiliano Grasso
Capogruppo La Svolta