Bracciano – Metti una sera a cena sotto il Castello coccolati dai piatti di Claudia

“Cucina ai Monti” un ristorante che non finisce mai di stupire. Vale la pena provarlo almeno una volta

BRACCIANO – Il caldo torrido di luglio quasi costringe le persone ad uscire di casa e trovare refrigerio in qualche posto affascinante. Bracciano è uno dei luoghi più gettonati per trovare aria fresca e cibo genuino.

Situato sulla sponda occidentale dell’antico Lacus Sabatinus, Bracciano si trova a circa 40 km da Roma e altrettanti da Viterbo ma anche a soli 20 km dall’Aurelia sul mare.

La città offre ai turisti anche la possibilità di visitare lo splendido Castello Orsini Odescalchi, costruito tra il 1470 ed il 1490 circa dalla famiglia nobiliare degli Orsini, una delle più importanti e potenti famiglie nobiliari romane.

Uno dei bastioni della antica cinta fortificata, il Belvedere della Sentinella, è oggi un piacevole luogo di sosta ed incontro dal quale si gode un meraviglioso panorama sulla campagna circostante e sul lago.

Tantissimi ristoranti e luoghi di ristoro offrono un’ampia scelta per chi vuole fermarsi a cena.

C’è un ristorante, in particolare, che colpisce per la qualità e raffinatezza dei piatti dal nome di per se già sinonimo di freschezza “Cucina ai Monti”.

Questo piccolo ristorante dalla capienza ridotta (questo facilita la qualità dei piatti) è gestito da Aldo e Claudia.

Iniziamo a parlare di lei, Claudia Catana. Appena 18enne lascia la Romania per raggiungere la sorella da tempo in Italia. Della cucina e dei suoi segreti è totalmente all’oscuro.

Inizia a lavorare come aiuto cuoco in vari ristoranti ed inizia a crescere in lei una passione irrefrenabile di conoscenza e di scoperte.

Come una famelica scrittrice non si limita a “rubare” con gli occhi i segreti di famosi chef o di straordinarie cuoche che le hanno tramandato i segreti del passato “casareccio”.

Un’immensa esperienza che l’ha portata, nell’arco della sua vita ad ottenere un premio straordinario con il cous cous più buono al mondo(leggi tutto) e una forchetta del Gambero Rosso.

La sua arte in cucina è la semplicità e, cosa ancor più straordinaria, lei è considerata una delle cuoche italiane più talentuose.

A farle da spalla c’è lui. Aldo . Profondo conoscitore, studioso e alla continua ricerca dell’arte contemporanea della cucina che guarda anche al passato.

Una vita passata tra i fornelli a cucinare, sminuzzare, assaggiare ed impiattare.

Profondo conoscitori dei vini non lascia mai gli ospiti il tempo di annoiarsi tra un racconto o l’assaggio di uno dei tanti vini che illuminano la cantina di questo straordinario locale.

Venerdì la serata è stata talmente straordinaria in onore della terra di Sicilia che vale la pena raccontare.

La cena è iniziata con un delizioso Gambero marinato al lime in crosta di cous cous e salsa mediterranea accompagnato da una millefoglie di “Panelle” con sgombro in olio cottura aromatizzato agli agrumi.

Per accompagnare questi antipasti sono arrivati i vini dell’azienda “La Gelsomina” Etna metodo classico blanc de noir brut.

I primi piatti sono stati una vera e propria immersione nella Trinacria con un risotto Vialone nano con pesto alla “Trapanese” e tartare di ricciola marinata al salmoriglio.

Anche in questo caso vino siciliano delle “Tenute Orestiadi”, un fresco e delizioso Grillo sostituito con un allegro Zibibbo che ci ha aiutati a finire una ciotolina di tubetti di pasta cotta con cozze e fagioli. Un’immersione in mare. Un piatto semplice e povero (una volta) che ci ricorda come i nostri nonni la sapevano lunga in fatto di cucina.

In questo percorso sensoriale siciliano non potevano mancare le sarde a beccafico adagiate su un letto di indivia bollita e ripassata con uvetta e pinoli accompagnate da un Frappato sempre delle “Tenute Orestiadi”.

Per chiudere in bellezza un “Cannolo Siciliano Scomposto” un dolcissimo “Pacenzia” Zibibbo vendemmia tardiva.

Il prossimo appuntamento sarà l’11 agosto, “Cucina ai Monti” sarà questa volta è in trasferta  in una location fronte lago che vi sveleremo tra qualche giorno.