Civitavecchia – Scoppia il caso Collia. Il dirigente condannato per peculato a 3 anni e 9 mesi di reclusione non doveva essere assunto

Tutti i procedimenti a firma del dirigente rischiano di essere annullati o rifatti da zero. Ha presentato una dichiarazione di inconferibilità mendace ingannando il sindaco Tedesco

CIVITAVECCHIA – Un vero e proprio tsunami si sta per abbattere al Pincio, sede del Municipio cittadino guidato dal sindaco Ernesto Tedesco. Lo sa bene proprio il primo cittadino che di mestiere fa l’avvocato penalista.

In questi giorni è giunta una segnalazione proprio agli uffici comunali e di conseguenza al sindaco Tedesco che riguarda uno dei suoi dirigenti più importanti e cioè l’architetto Pietro Angelo Collia.

22.07.27 110 urbanistica firmato

Il 27 luglio dello scorso anno il sindaco procedeva all’assunzione dell’architetto per guidare il settore urbanistica con proprio decreto che è stato rinnovato all’inizio di quest’anno.

Pietro Angelo Collia è stato nominato dirigente del servizio 6 “Edilizia, Urbanistica, Patrimonio e Demanio Comunale“. Incarico che, come detto poc’anzi, gli era stato riconfermato con questo atto:

DECRETO N. 687-2023 DIRIGENTE COLLIA

Al momento del ricevimento della proposta di incarico e prima di espletare le carte burocratiche per l’assunzione del dirigente architetto devono essere prodotti diversi documenti da quest’ultimo, in particolare questo:

dichiarazioni Collia- Inc Inconf

Come avete potuto notare l’architetto Pietro Angelo Collia non ha dichiarato nulla. Dietro questo documento prestampato ci sono delle norme non raggirabili come ad esempio queste:

Il d.lgs. n. 39/2013 all’art. 3, Inconferibilità di incarichi in caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione, prevede che «a coloro che siano stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per uno dei reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, non possono essere attribuiti:

a) gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali;

b) gli incarichi di amministratore di ente pubblico, di livello nazionale, regionale e locale;

c) gli incarichi dirigenziali, interni e esterni, comunque denominati, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale, regionale e locale;

d) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico, di livello nazionale, regionale e locale;

e) gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali del servizio sanitario nazionale».

Nulla di strano se non fosse che, frugando nell’immenso archivio virtuale di Google appare evidente come l’architetto Pietro Angelo Collia sia stato condannato dal Tribunale di Ancona a 3 anni e 9 mesi di reclusione per peculato in una vicenda giudiziaria che ha riguardato la Aerdorica e dove il professionista aveva il ruolo di responsabile unico del procedimento. (LEGGI)

Per la legge ma anche per l’ANAC anche la sola condanna in primo grado contro la pubblica amministrazione impedisce ai sensi dell’art. 1 del d.lgs. n. 39/2013, comma 1, lett. g), per inconferibilità «la preclusione, permanente o temporanea, a conferire gli incarichi previsti dal presente decreto a coloro che abbiano riportato condanne penali per i reati previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale, a coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi, a coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico».

Adesso la cosa si fa seria perché Collia ha compiuto un’infinità di atti che possono essere impugnati e fatti annullare e che comunque gettano pesanti dubbi sulla legittimità degli stessi. Probabilmente l’amministrazione starà già correndo ai ripari, nel frattempo, sarà il caso di sospendere dalle attività, in via cautelare e in autotutela l’architetto dalla proprie funzioni.