Viterbo – Via libera al più grande impianto di trattamento di rifiuti pericolosi nella zona industriale Acqua Rossa

Tuscia presa d’assalto e le rassicurazioni della sindaca Chiara Frontini (che non poteva non sapere) sul no a nuove iniziative è subito svanita. Ennesimo regalo della giunta Zingaretti. L’impianto sorgerà a due passi dal TMB di Viterbo Ambiente, al mattatoio comunale e al teatro comunale di Ferento

VITERBO – Discariche, impianti di trattamento meccanico biologico, impianti fotovoltaici, eolici, biodigestori e adesso una nuovissima e di certo la più grande del centro Italia, se non addirittura dell’Italia stessa, sta per aprire alle porte della Città dei Papi, a due passi del teatro romano di Ferento.

La GEA Consulting ha ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa alla realizzazione di una piattaforma di trattamento rifiuti, ubicata nel Comune di Viterbo, in località Zona Industriale Acqua Rossa, nell’ambito del procedimento di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR).

Cosa a dir poco inspiegabile visto che sul nostro territorio già esiste un centro di trattamento dei rifiuti pericolosi e che da anni, a differenza del caso GEA, era in attesa di un’autorizzazione che permettesse loro di ampliare un impianto già esistente e di conseguenza meno impattante sul territorio.

Determina pronuncia di V.I.A. n. G15598 del 22.11.2023

No. Ci mancherebbe. Ecco quindi che la regione Lazio e l’ottimo dirigente del settore Vito Consoli hanno pensato bene di autorizzarne una tutta nuova a due passi dal mattatoio comunale, vicino i ai resti ben conservati di un teatro romano e confinante con il TMB (impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti).

L’attività sarà costituita da un impianto di trattamento chimico – fisico: composto da una sezione di grigliatura e dissabbiatura e da 6 reattori Batch da 65 mc cad., ognuno dei quali può essere utilizzato indistintamente per trattamento di chiari-flocculazione, ossidazione chimica e condizionamento fanghi pompabili.

Impianto di trattamento biologico composto da grigliatura, dissabiatura, vasca di equalizzazione, due linee parallele di denitrificazione, ossidazione/nitrificazione, tre unità di ultrafiltrazione e un ultimo stadio di osmosi inversa.

Linea trattamento fanghi prodotti dalle operazioni e costituita da un’unità di disidratazione fanghi mediante filtropressa.

Essiccazione fanghi: tale linea impiantistica sarà costituita da tre unità a tappeti mobili di essiccazione con una potenzialità di trattamento pari a 60.000 t/anno di rifiuti pericolosi e non, di cui massimo 30.000 t/a di pericolosi. L’impianto è finalizzato alla riduzione dell’umidità dei fanghi in ingresso mediante il riscaldamento con una corrente di aria calda.

Nello stabilimento è prevista la realizzazione di aree di stoccaggio di deposito preliminare e messa in riserva, con capacità massima complessiva di 4.080 t. I rifiuti stoccati possono essere destinati ad impianti esterni ovvero alle linee di trattamento interne.

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Miscelazione, Accorpamento, Ricondizionamento, Cernita, Triturazione, la proposta progettuale prevede di sottoporre a tali attività 30.000 t/a di rifiuti pericolosi e non di cui al massimo 15.000 t/a di pericolosi. Le operazioni di miscelazione, accorpamento, ricondizionamento e la cernita si svolgeranno nelle stesse aree dove verranno effettuate le  altre attività.

L’attività di triturazione verrà effettuata sui rifiuti solidi mediante l’ausilio di  per la riduzione volumetrica di diverse categorie di rifiuti solidi e adibito principalmente alla distruzione fiscale di merce scaduta e/o di contrabbando, farmaci scaduti etc.

Nel progetto è prevista una sezione dedicata alla pulizia delle cisternette e dei fusti contenenti i rifiuti in ingresso allo stabilimento, per un totale di 1.200 t/a di rifiuti pericolosi e non, di cui massimo 1.200 t di rifiuti pericolosi.

La piattaforma si completerà con i servizi ausiliari: area accettazione, area uffici, bagni e spogliatoi per le maestranze, area manutenzione e laboratorio. Inoltre, si prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico realizzato sulle coperture del comparto 1 e del comparto 3, per complessivi 370,8 KWp, ottenuti dall’installazione di 1.030 moduli da 360 Wp, di una caldaia per la produzione di acqua calda sanitaria di potenza termica nominale inferiore a 1 MW ed infine di un’area dedicata allo “sportellamento” mezzi.

Perché la regione Lazio invece di dare priorità a chi già operava nel settore è andata a promuovere una nuova iniziativa?

Che dice il Comune e la sindaca Chiara Frontini che dopo aver virato politicamente a sinistra (chi ha deciso questa nuova iniziativa è stata l’amministrazione Zingaretti-Valeriani (Consoli) dovrà chiedere supporto ai partiti del centrodestra da lei traditi?

– SEGUE

18.023.05U.0118 18.023.05U.0134 18.023.05U.0131 18.023.05U.0132 18.023.05U.0120 _ Rilievo planimetrico dell'area 18.023.05U.0130 18.023.05U.0127 18.023.05U.0129 18.023.05U.0125 18.023.05U.0124 _ Layout con identificazione macchine Relazione geologica Studio di impatto ambientale
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