Frosinone – Ater nella bufera, tornano ombre e possibili irregolarità nelle assunzioni e nella gestione del personale

Diverse le segnalazioni e lettere inviate in regione Lazio, alla Corte dei Conti e all’ANAC

FROSINONE – Recenti sviluppi hanno portato alla luce diverse criticità legate alla gestione delle risorse umane presso l’ATER della Provincia di Frosinone. La situazione, già oggetto di esposti presentati all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), è stata ulteriormente complicata dalle risposte del Commissario Straordinario, l’On. Antonello Iannarilli, e dalle comunicazioni ufficiali della Regione Lazio.

In diverse occasioni, la Regione Lazio ha chiaramente espresso la necessità di sospendere le procedure di reclutamento del personale presso l’ATER di Frosinone, come si evince dalla documentazione ufficiale (allegati 1, 2 e 3). Nonostante queste indicazioni, l’ente ha continuato a portare avanti pratiche di assunzione e collaborazione, apparentemente in contrasto con le disposizioni ricevute.

ALLEGATO 1

Allegato 1

ALLEGATO 2

Allegato 2

ALLEGATO 3

Allegato 3

Uno dei punti principali di contestazione riguarda i contratti di collaborazione sottoscritti dall’ATER per personale della Segreteria del Commissario Straordinario. Tra i nominativi coinvolti figurano Natalia Sacchi (il cui contratto è scaduto ma che risulta ancora in attesa di rinnovo), Maria Luisa Ciervo, Damiano Iovino e Bruno Gatta. Tali contratti, come documentato dagli allegati 4, 5, 6, 6A, 7 e 7A, sono stati sottoscritti nonostante le indicazioni della Regione Lazio, creando un clima di incertezza e polemiche.

ALLEGATO 4

Allegato 4

ALLEGATO 5

Allegato 5

ALLEGATO 6

Allegato 6

ALLEGATO 6A

Allegato 6A

ALLEGATO 7

Allegato 7

ALLEGATO 7A

Allegato 7A

In aggiunta, l’ATER ha stipulato tre contratti per la somministrazione di lavoro con l’agenzia Gi.Group, senza fornire la dovuta informativa alle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) e senza pubblicare i contratti sul portale trasparenza, come previsto dalla normativa vigente. Questi contratti hanno portato all’assunzione di Giulia Reale, Eleonora Sorge e Andrea Di Marco, mentre è previsto l’arrivo di una quarta unità tramite la stessa agenzia.

Le controversie non si fermano qui. Nonostante l’aumento delle spese per il personale, l’ATER ha indetto tre bandi di concorso per figure dirigenziali, con un costo stimato annuo di circa 200 mila euro per ciascun dirigente. Inoltre, sono stati pubblicati due bandi per inquadramenti nella categoria Q2, un livello superiore rispetto a quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il personale alla prima assunzione con laurea, che dovrebbe essere inserito nella categoria A, livello 3 (allegato 8).

ALLEGATO 8

Allegato 8

Un ulteriore elemento di discussione riguarda il Direttore Generale dell’ATER, che ha deciso di assegnarsi un compenso extra di 1.000 euro lordi mensili per 14 mensilità, in relazione a incarichi “interim” che lo stesso Direttore si è auto-assegnato. Parallelamente, una collaboratrice a contratto è stata trasferita presso la Segreteria del Commissario Straordinario per occuparsi di una “collaborazione qualificata nel campo delle pubbliche relazioni” presso l’Ufficio Informatico (allegato 9). Questo trasferimento solleva dubbi sulla coerenza tra le competenze della collaboratrice e le mansioni assegnatele, alimentando ulteriormente le polemiche.

ALLEGATO 9

Allegato 9

La situazione attuale dell’ATER della Provincia di Frosinone sembra caratterizzata da una serie di irregolarità amministrative, in contrasto con le direttive della Regione Lazio e con le norme contrattuali vigenti. Questo scenario, oltre a generare preoccupazioni sul piano legale, solleva interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla trasparenza delle procedure adottate. Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione di questa vicenda e verificare eventuali interventi da parte delle autorità competenti per ristabilire l’ordine e garantire il rispetto delle normative.

Un attento commissario come Antonello Iannarilli non può e non deve cadere in contraddizione con il mandato a lui conferito e deve vigilare con molta attenzione sull’operato, quanto mai discutibile, del suo direttore generale.