Sanità – Nascono gli Infermieri di famiglia e continuità assistenziale a domicilio per i pazienti di Bracciano, Civitavecchia e Sant’Andrea di Roma

Al via PRIMA, progetto di integrazione ospedale territorio attraverso l’infermiere di famiglia e comunità.

Iniziativa sperimentale promossa da AOU Sant’Andrea e ASL Roma 4

ROMA – Pianificare la presa in carico post ospedalizzazione attraverso la figura dell‘Infermiere di Famiglia e Comunità con l’obiettivo di garantire continuità, personalizzazione degli interventi assistenziali ai pazienti dimessi dal DEA o ricoverati in area medica, integrando tra di loro ospedale e territorio.

Questo l’obiettivo di “PRIMA, Presa in carico Integrata e Multidisciplinare Anticipata”, un progetto sperimentale che vede la collaborazione tra l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea di Roma e la ASL Roma 4, oggetto di un protocollo d’intesta firmato questa mattina, nella sede della Regione Lazio, dal Direttore Generale AOU Sant’Andrea, Francesca Milito e dal Direttore Generale ASL Roma 4, Rosaria Marino. All’evento erano presenti anche Carmen Cappitella, Direttore Professioni Sanitarie AOU Sant’Andrea, Alessia De Angelis, Direttore Professioni Sanitarie ASL Roma 4 e Valentina Vanzi, Rappresentante OPI Roma.

Il progetto traduce operativamente il ruolo dell’Ifec, così come previsto dal DM 77 e dalle disposizioni regionali, per realizzare una sanità di prossimità centrata sui bisogni delle persone. Mira a facilitare la continuità e l’integrazione tra i diversi setting clinico-assistenziali, sia a domicilio che attraverso le strutture delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità, contribuendo alla riduzione dei tempi di ospedalizzazione e migliorando l’accesso alle cure sul territorio della Asl Roma 4.

Sono cinque i punti che caratterizzano il progetto: ridurre i tempi di attesa all’interno del Pronto Soccorso del Sant’Andrea, migliorare la qualità e la sicurezza delle cure attraverso la continuità assistenziale. E ancora: promuovere l’empowerment del paziente e del caregiver, aumentando la capacità di autogestione della salute; garantire una gestione più efficiente delle risorse sanitarie e sociali, riducendo i costi legati a ricoveri evitabili e accessi impropri al PS.

Il percorso di presa in carico prevede l’attivazione dell’Infermiere di Famiglia e Comunità già durante la fase di accettazione in DEA e il ricovero ospedaliero presso l’Ospedale Sant’Andrea, con la finalità di identificare precocemente i bisogni del paziente e predisporre un piano personalizzato di dimissione protetta, strutturato dalle equipe coinvolte.

I destinatari di PRIMA sono i pazienti accettati al DEA o ricoverati in Area medica al Sant’Andrea di età superiore ai 18 anni che sono dimessi verso il proprio domicilio e non in case di riposo sul territorio della ASL Roma 4.

“Si tratta di una iniziativa certamente virtuosa che consente di rispondere in modo più organico alle esigenze di cura oltre le strutture ospedaliere, rafforzando così il rapporto con il territorio e integrando anche il lavoro del personale medico ospedaliero con quello di medici di famiglia, assistenti sociali, associazioni di volontariato. Allargare la partecipazione alle cure significa far crescere il benessere collettivo”, spiega Francesca Milito, Direttore Generale AOU Sant’Andrea.

“Il progetto si inserisce nell’ambito della nuova rete di servizi territoriali promossa dalla ASL Roma 4, che include la realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità – dichiara Rosaria Marino, Direttore Generale Asl Roma 4 – Il percorso di presa in carico tramite gli IFEC sarà garantito anche ai pazienti che accedono ai Poli Ospedalieri di Civitavecchia e Bracciano, secondo le medesime modalità operative”.