La morte di Attilio Manca, l’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto trovato morto nel 2004 nella sua casa di Viterbo, è “imputabile a un omicidio di mafia e che l’associazione mafiosa che ne ha preso parte (non è chiaro se nel ruolo di mandante o organizzatrice o esecutrice)” è “da individuarsi in quella facente capo alla famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto”.
E’ quanto sottolinea la Commissione parlamentare Antimafia nella relazione su ‘Nuovi elementi emersi circa la morte di Attilio Manca’, approvata sul finire della scorsa legislatura e ora resa pubblica. La famiglia dell’urologo non ha mai creduto alla tesi dell’overdose né a quella del suicidio.
Secondo l’Antimafia l’ipotesi “assai verosimile” è quella “per la quale la morte di Attilio Manca sia legata ai probabili contatti da questi avuti con Bernardo Provenzano. Non è stato possibile, però, determinare il momento esatto in cui le vite del medico e del latitante si siano incrociate”.
Per la Commissione Antimafia l’omicidio è “l’unica ipotesi ragionevole e priva di contraddizioni con i dati obiettivi delle modalità della morte di Manca, le informazioni fornite dai collaboratori di giustizia, gli elementi raccolti sui contatti fra la latitanza di Provenzano e il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e della provincia di Messina e, infine, le considerevoli opacità su aspetti rilevantissimi riguardanti le cure sanitarie in favore del latitante corleonese”.