Delitto di Garlasco, perché Andrea Sempio è (di nuovo) indagato? L’analisi della criminologa Tonia Bardellino

A distanza di 18 anni si riapre il “delitto di Garlasco” con un nuovo indagato. Era il 13 agosto del 2007 quando la 26enne Chiara Poggi fu uccisa in casa a Garlasco, nel pavese.

Per il delitto è stato condannato il fidanzato Alberto Stasi dopo cinque gradi di giudizio. L’uomo, che si professa da sempre innocente, sta scontando una pena a 16 anni di reclusione ma può uscire dal carcere per lavorare ogni giorno.

Il nuovo indagato è Andrea Sempio, all’epoca dei fatti 19enne, amico di Marco Poggi, fratello della vittima. In realtà Andrea Sempio era già stato indagato, su impulso della difesa di Stasi, tra il 2016 e il 2017. I legali del condannato sostenevano che le tracce di Dna trovate sotto le unghie della ragazza appartenessero proprio a Sempio, ma le indagini erano finite con l’archiviazione del gip, che concordava con il pubblico ministero nel considerare “radicalmente priva di attendibilità la consulenza tecnica sul materiale genetico offerto oggi dalla difesa Stasi”.

Perché Sempio è di nuovo indagato?

Nuovi consulenti genetisti, sempre su richiesta della difesa di Stasi, avrebbero riesaminato le analisi, già effettuate dagli esperti, incaricati otto anni fa, con nuove metodologie. Il loro lavoro è iniziato tre anni fa prima di essere presentato alla Procura di Pavia, che l’ha trovato convincente e ha quindi chiesto di riaprire le indagini. Il gip aveva in prima battuta bocciato questa richiesta, ma poi la Procura ricorrendo in Cassazione è arrivata al via libera alla riapertura del caso.
Negli anni gli avvocati di Stasi hanno spinto per la tesi secondo cui Sempio si sarebbe invaghito di Chiara Poggi. Per lui la Procura pochi giorni fa ha imposto un esame salivare e un tampone per comparare il dna con alcuni reperti già agli atti sfruttando metodi e tecniche di ultima generazione. Gli esami sono stati disposti dal gip di Pavia in modo coattivo dopo che l’uomo ha ricevuto l’informazione di garanzia con cui è stato invitato a sottoporsi ai prelievi per gli accertamenti sul Dna ma ha negato l’assenso.

Ad essere comparate anche le impronte digitali dell’indagato che frequentava l’abitazione dei Poggi e che con Marco stava spesso incollato al pc di casa, con quelle isolate ai tempi nell’abitazione e attribuibili all’assassino: in particolare su un dispencer nel bagno al pian terreno. Quelle sul pigiama che indossava la vittima, di cui c’è una testimonianza fotografica, sono invece state erroneamente cancellate da chi ha rimosso il cadavere.

Gli indizi

Ci sono infine altri indizi, un tempo ritenuti privi di significato, su cui i Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno acceso un faro, nel tentativo di sbrogliare la matassa e poter chiudere il caso. Innanzitutto le tre chiamate partite dal cellulare di Sempio, il 4, il 7 e l’8 agosto. Tutte brevissime, rispettivamente di 10, 2 e 21 secondi e che hanno destato sospetti. Soprattutto la seconda e la terza in quanto Sempio sapeva benissimo che Chiara era a casa da sola e che Marco, con i genitori, era in vacanza in Trentino. L’altro elemento è il biglietto del parcheggio di Vigevano, mostrato tempo fa dal ragazzo per provare che la mattina del delitto non era a Garlasco, mentre gli accertamenti sulle celle telefoniche dicono il contrario.

L’ipotesi è che si tratti di un alibi precostituito in quanto, è il ragionamento, in genere il biglietto di un parcheggio a pagamento si getta via una volta scaduto ed invece è stato conservato per oltre un anno. Insomma da qui si parte per sbrogliare i nodi di una inchiesta di certo non semplice e che dovrebbe finalmente far calare il sipario su uno dei delitti più discussi nel nostro Paese.

“Errori investigativi e giudiziari”

“Un caso che continua a tenere viva l’attenzione – commenta la criminologa Tonia Bardellino – . Aspetti oscuri, controversie, pezzi di verità, pare siano andati perduti e resta il dubbio, tra i tanti, che la verità processuale non abbia coinciso con quella storica. L’errore giudiziario sembra sia anche in questo intrigato cold case frutto di più errori investigativi, di un iter giudiziario ondivago e di prove scientifiche evidentemente flagellate. Un giallo, dove rischiamo di avere un presunto colpevole/innocente in galera e un presunto innocente/colpevole che rischia di andarci, ossia Sempio.  Oggi, a cambiare le carte in tavola, i nuovi e più avanzati strumenti tecnico-scientifici a disposizione degli inquirenti. Bisogna di fatto capire se questi campioni di materiale genetico sono ancora disponibili per rinnovare determinati riscontri. In ogni caso, le tracce già all’epoca erano molto esigue, tant’è che fu proprio questo uno dei problemi sull’attribuzione della traccia genetica a Sempio che portò alla conseguente archiviazione.

Aldilà dell’iter investigativo –  conclude la criminologa – ciò che va ricordato necessariamente e‘ l’articolo 530 del codice penale che afferma che in caso di prove contraddittorie si procede per l’assoluzione.  Già solo per questo la condanna di Stasi appare sconvolgente e lo stato di salute della giustizia molto preoccupante”.