Dati allarmanti raccontano un territorio ancora una volta in grade affanno rispetto al resto della Regione e dell’Italia, Uil: “Poche opportunità, non c’è lavoro”
VITERBO – La Tuscia si conferma tra le aree più colpite dalla crisi occupazionale nel Lazio. Secondo l’ultimo rapporto del Servizio lavoro, coesione e territorio della Uil, le ore di cassa integrazione autorizzate nella provincia di Viterbo hanno registrato un’impennata dell’82,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, passando da 354.825 a 647.708 nei primi sei mesi del 2025.
“Viterbo – dichiara Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil – è oggi la provincia del Lazio con la crescita più alta delle ore di Cig. Un dato preoccupante che certifica la mancanza di commesse e la stagnazione del mercato locale. Il nostro territorio è sempre più fragile dal punto di vista economico, e questo aumento ne è la prova”.
La provincia viterbese precede Frosinone (+72,4%) e Latina (+28,2%) nella classifica regionale, mentre Rieti (-23,3%) e Roma (-11,3%) mostrano una riduzione del ricorso agli ammortizzatori sociali. Turchetti avverte inoltre che “i dazi introdotti dall’amministrazione Trump potrebbero aggravare ulteriormente la situazione, in particolare per le esportazioni agricole e della ceramica”.
A livello nazionale, la segretaria confederale Ivana Veronese evidenzia come il fenomeno rifletta una fragilità strutturale del mercato del lavoro italiano, alimentata da trasformazioni tecnologiche, ristrutturazioni produttive e crisi geopolitiche. Nel primo semestre del 2025, le ore di ammortizzatori sociali autorizzate hanno superato i 314 milioni, in crescita del 22,4% rispetto al 2024, con il 59% concentrato nel Nord Italia (184 milioni di ore). Lombardia, Piemonte e Veneto restano le regioni più colpite.
Veronese sottolinea il ruolo centrale di strumenti come Cig, Fis, fondi di solidarietà e Naspi nella gestione delle crisi aziendali e nella tutela del reddito dei lavoratori: “La dinamica attuale riflette una crisi diffusa e segnali strutturali preoccupanti, come dimostra il forte aumento della cassa integrazione straordinaria”.
Nel primo bimestre 2025 i beneficiari di Naspi hanno raggiunto 1,3 milioni di persone, con un incremento del 4,3% rispetto all’anno precedente.
“Per affrontare questa situazione – conclude Veronese – servono politiche attive del lavoro più efficaci, percorsi di formazione e riqualificazione e strategie industriali capaci di accompagnare le transizioni occupazionali in un contesto economico fragile e in rapida trasformazione”.