La scomparsa di Pippo Baudo, l’inventore della “tv popolare” di qualità

La scomparsa di Pippo Baudo prima o poi sarebbe dovuta accadere, lo sapevamo, erano anni che ci pensavamo, specie quando le sue condizioni di salute erano peggiorate e di molto, ma ci auguravamo in cuor nostro avvenisse il più tardi possibile. Sì,  perchè il  “grande siculo”, re dell’infotainment, rappresentava in una sua alta espressione la voglia di un’Italia giocosa e imprevedibile, ma serena, che ancora credeva nel talento, nell’umana simpatia, nel carisma naturale. Baudo ci ha fatto sentire tutti bambini felici senza tempo, ci ha regalato allegria senza chiederci nulla in cambio e ci ha insegnato che qualunque traguardo è possibile nella vita, ma ci vuole talento, applicazione, serietà ed un bel pizzico di autoironia che mai deve mancare,

Era un democristiano che non faceva mistero di esserlo, ma un uomo libero, che sapeva rivolgersi a tutti senza distinzione: un presentatore interclassista ed intergenerazionale seguito dai giovani come dai meno giovani, che sapeva intercettare i gusti del pubblico, rispettandolo e senza mai farsene beffa,

Un inventore, l’inventore della “tv popolare” di qualità, che scremò di facili populismi e di cattivo gusto e rese leggera, ma sempre estremamente curata, ben fatta, scritta e pensata a lungo, senza superficialità ed approssimazione.

Era un “one man show” che esaminava ogni dettaglio dei suoi programmi, un uomo-palco, regista in campo,  che però sapeva dare spazio e considerazione ai suoi collaboratori.

I suoi Sanremo sono un miracolo di equilibrio, tra spessore delle proposte e impatto delle canzoni, tra elegante intrattenimento e fruibilità dello spettacolo, sono ancora lì ognuno con brani  entrati nella memoria collettiva, perchè Baudo li sceglieva quasi coccolandoli, con la premura che si deve ad una propria creatura, e la forza del personaggio che le accompagnava era sempre consistente, mai di troppo, in nessun caso  una imposizione per il telespettatore, ma un compagno di viaggio.

Con Baudo va via definitivamente l’illusione che alla fine ci fosse un garante per tutti noi, un vero talent scout  che aprisse la porta all’originalità, alla preparazione, alla idee giuste, e lasciasse  il palcoscenico al sudore e alla determinazione dei veri professionisti.

Mandare una cassetta al Pippo nazionale o cercare un incontro con lui significava esser certi di poter incontrare prima o poi anche per pochi minuti lui stesso o un suo collaboratore:  anche questo ci mancherà di lui,  simbolo di un’ Italia che non voleva negare una chance a nessuno.

Che era già pressocchè scomparsa da tempo, ma che ora vola via definitivamente con lui.

Buon riposo, Pippo e grazie per aver reso più gioiosa e nello stesso tempo educativa e di livello la televisione dei nostri anni verdi, oggi che non ci sei le primavere pesano di più sul groppone e i sogni son rimasti nel cassetto.

(pasquale bottone)