CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo – “Tra i 12,9 GW assegnati ad Enel da Terna durante l’asta del capacity market relativa al periodo di consegna 2024, non c’è la nuova centrale turbogas di Civitavecchia.
I limiti fissati dall’Europa sull’attuale testo della tassonomia, grazie alla pressione esercitata dal movimento internazionale per il clima, impedirebbero infatti di finanziare progetti con caratteristiche altamente inquinanti analoghe a quelle della nuova ipotetica centrale a gas di Civitavecchia. Quest’ultima, senza fondi pubblici e con le attuali turbolenze internazionali legate soprattutto alla crisi ucraina, si è trasformata in pochi mesi in un carrozzone insostenibile e assolutamente fuori mercato.
Inutile dire che, lo avevamo detto!
Il gas non poteva, non può e non potrà essere, in nessun modo e per nessun motivo, il volano della transizione energetica nazionale. È per questo che, se da un lato non possiamo che esultare per l’ennesima bocciatura a questo progetto sbagliato e dannoso (che ci aspettiamo ora venga stralciato dai procedimenti in corso presso il Ministero della Transizione Ecologica), dall’altro non possiamo fare a meno che rammaricarci per il tanto, troppo tempo perso. Se, invece di inseguire la chimera del gas, si fossero innescati anche a livello nazionale quei virtuosi meccanismi di interazione tra istituzioni, sistema produttivo e società civile che da tempo animano il dibattito pubblico locale, forse quei progetti alternativi presentati dai nostri comitati, e che sono gli unici attualmente in grado di azzerare le emissioni inquinanti e generare al contempo buona occupazione, sarebbero già un bel passo avanti.
Proprio per questo consideriamo ancora prioritario continuare a sostenere la realizzazione a Civitavecchia di un polo delle rinnovabili legato alla filiera industriale dell’eolico, all’ambientalizzazione del porto e all’idrogeno verde.
Allo stesso tempo non possiamo accettare che, mentre da una parte si prova a vincere definitivamente la fondamentale battaglia contro la nuova centrale, dall’altra si accetti supinamente la costruzione del mega biodigestore da 120.000 tonnellate annue recentemente autorizzato dalla regione Lazio. È per questo che, mentre registriamo con gioia e soddisfazione l’ennesimo passo falso dei sostenitori del gas, ricordiamo a tutti gli attori in campo, ed in primo luogo alle istituzioni, che Civitavecchia non è più disposta ad ospitare fonti inquinanti di nessun tipo sul suo territorio.
Firmato Civitavecchia Bene Comune (che comprende tutte le Associazioni, i Comitati e i Collettivi che in questi tre anni si sono battuti per dare a Civitavecchia un futuro senza fossili).