Civitavecchia – Csp “traccheggia” sul licenziamento di Renzo Crisostomi. Per salvarlo serve un “prete”…

C’è chi sta cercando di mischiare le carte ma, nel frattempo, sarà presentato un esposto alla magistratura per far rispettare la legge

 

CIVITAVECCHIA – I vertici di CSP, la multiservizi del Comune di Civitavecchia, ancora non si è pronunciata sul “furbetto del cartellino” Renzo Crisostomi.

Crisostomi, dipendente da molti anni della Civitavecchia Servizi, è stato smascherato e sbugiardato anche dal presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia, Daniele De Paolis, che ha proposto il rimborso delle ore che si è fatto pagare indebitamente.

Già perché Crisostomi, come ricorderete, timbrava il cartellino quando entrava all’autoparco, usciva per andare in giro o all’Università Agraria, partecipava a riunioni, assemblee, consigli d’amministrazione (lui è vice presidente) e si faceva pagare i gettoni di presenza.

Timbrare per le uscite personali gli avrebbe impedito, ovviamente, di incassare una doppia indennità.

Questa storia è andata avanti per mesi senza che nessuno se ne accorgesse.

Poi l’incredibile documento che abbiamo pubblicato in esclusiva e cioè questo:

 

Lettere Università Agraria Renzo Crisostomi

 

La sua posizione viene gestita dal dirigente Paolo Iarlori. Quest’ultimo non è che brilli per velocità. Basti pensare che in ufficio non si presenta mai prima delle 10 e 30 e quindi è tutto dire.

Lui, Iarlori, sulla carta è coordinatore di Fratelli d’talia ma, in molti, lo vedrebbero bene tra le fila della democrazia cristiana old style non per niente è soprannominato “il prete“.

Già! Basta vedere come sia disponibile al potere costituito per capire come sia totalmente inadeguato al ruolo che ricopre, sia in ambito lavorativo che politico.

Pur essendo responsabile del personale ha impiegato anni, troppi anni, per scoprire che questo signore faceva il comodo suo.

Non solo. Adesso, pur essendo lui a dover prendere una decisione da sottoporre al cda e quindi cacciare il furbetto, da buon prete ha iniziato a mettere in mezzo vescovi, cardinali fino a scomodare il Papa.

A quanto pare, Iarlori, avrebbe detto di aver fatto tutto ma che il cda, il presidente dello stesso, cioè Antonio Carbone e addirittura il sindaco Ernesto Tedesco, avrebbero suggerito cautela e una sospensione di soli sei giorni a chi ha truffato con estrema leggerezza la Civitavecchia Servizi.

Detto questo, proprio perché qualcuno sta facendo di tutto per violare la “legge Madìa” sui furbetti del cartellino, visto che non hanno ancora provveduto a fare atti cautelativi e non ha ancora denunciato per truffa Renzo Cristomi e quindi in piena violazione dei dover d’ufficio, qualche cittadino di buona volontà ha deciso di prendere carta e penna e scrivere alla Procura di Civitavecchia affinché intervenga a sanare una situazione davvero insolita (contra legem facit qui id facit quod lex prohibet – agisce contro la legge colui che compie ciò che la legge proibisce).

 

– Segue

 

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