Femminicidio Cisterna di Latina, la criminologa Bardellino: “Non si diventa assassini in un giorno”

Chi è Cristian Sodano, il ragazzo che ha ucciso Desyrée e Nicoletta 

 “Non si comincia ad essere assassini il giorno in cui si compie il delitto“. Ad affermarlo è la criminologa e docente di sociologia della devianza e della criminalità Tonia Bardellino,  che traccia il profilo di chi si cela dietro l’ennesimo femminicidio, in questo caso quello avvenuto a Cisterna di Latina, dove ad essere uccise, per difendere Desyrée Amato, la 22enne ex fidanzata dell’assassino, sono state la sorella Renée Amato di 19 anni, e la madre Nicoletta Zomparelli, di 46 anni.

“Qualcosa c’è già dietro. Sono certa che se avessi modo di parlare con le numerose ex di un giovane killer, compresa Desyrée troverei spunti di aggressività in ogni loro vissuto relazionare, a partire dalla quotidianità. Innanzi tutto quella verbale, poi quella fisica. Bisogna non tollerare la violenza in primis delle parole. Frasi come: “se mi tradisci, ti ammazzo’” suonano già il primo campanello d’allarme. Se la compagna lo giustifica, sta percorrendo la via sbagliata, quella del pericolo.
Non è facile però intuire i segnali predittivi di un femminicidio anche perché molte ragazze, purtroppo, sono state educate in maniera assai distorta a considerare il controllo serrato e la limitazione di tutta una serie di azioni della vita del partner come un segno di interesse. In realtà è segnale di disagio psicologico, se non vogliamo definirla patologia.

Il ruolo delle famiglie

“E’ bene inoltre che anche i genitori di questi ragazzi comincino a guardare con occhi diversi certe caratteristiche dei propri figli, perché il problema del riconoscimento di questi soggetti non è soltanto da parte delle vittime, ma anche da parte proprio delle famiglie che tendono a manifestare una sorta di cecità perché ogni qual volta salta fuori che questi ragazzi sono ossessivi, controllanti, spregiudicati e arroganti lo considerano come segnale di propensione alla leadership, mentre sono solo segnali una personalità disfunzionale. Dietro a ogni assassino c’è spesso una donna, sua madre. Un uomo che disprezza le donne è stato con buona probabilità mal educato nel rapporto con l’altro sesso dalla propria famiglia. Se il contesto di provenienza è quello in cui la donna viene trattata male, sembrerà giusta e legittimata questa specifica condotta.

La psicologia di Cristian Sodano

“Ciò che caratterizza senza cadere in generalizzazioni approssimative la psicologia di Cristian Sodano, e di quelle figure maschili come lui è la manifestazione della loro violenza non tanto e/o soltanto in un’aggressività manifesta che ha portato come accaduto ad uccidere la mamma e la sorella di Desyrée ma soprattutto in una terribile e implosa paura del non controllo,      dell’abbandono, della separazione, della perdita che aveva come unico obiettivo quasi sicuramente la giovane vittima.
Dal punto di vista epidemiologico e statistico, l’80% o anche di più dei femminicidi è fatto da maschi abbandonati che non sopportano e non metabolizzano.
L’idea del rifiuto e “del NO”, perché hanno investito talmente tanta della loro energia psichica e dei loro vissuti su quel rapporto che l’idea di essere abbandonati non è metabolizzato, non è realizzabile.
Continuiamo a interrogarci su cosa sia successo nella testa del giovane finanziere continuando a guardare in questa ennesima tragedia la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché il vaso era già pieno e il fatto di non essercene accorti è la radice del problema. Siamo costretti ad assistere all’ultimo epilogo, a tentare di analizzare gli eventi con teorizzazioni che spesso parlano di raptus mentre l’assassinio di queste donne è stato quasi certamente un progetto.
Non si diventa del resto mostri in un giorno”.