ROMA – A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il G.I.P. del locale Tribunale ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti di quattro soggetti indagati per associazione a delinquere finalizzata all’usura, estorsione e abusiva attività finanziaria.
Il provvedimento è stato adottato all’esito mirate investigazioni svolte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Roma, che hanno consentito di delineare l’operatività di un sodalizio criminale dedito alla concessione di prestiti usurai nei confronti di persone in difficoltà.
Dalle attività delle Fiamme Gialle è emerso che gli indagati avrebbero concesso credito ad almeno 10 persone, tra cui anche imprenditori, facendosi, da un lato, dare o promettere interessi usurai fino al 240% annuo e, dall’altro, esercitando azioni volte al recupero di crediti nei confronti dei debitori in ritardo con i pagamenti.
Tali attività si realizzavano anche attraverso minacce o l’esecuzione di vere e proprie “spedizioni punitive”, per evitare le quali, in talune occasioni, gli usurati si sarebbero resi disponibili a inscenare falsi incidenti stradali così da poter percepire indebiti indennizzi assicurativi piuttosto che mettere a disposizione degli indagati autovetture di dubbia provenienza, scalando poi dal debito residuo il valore delle stesse.
Sulla base degli elementi di prova raccolti, il G.I.P. ha ritenuto raggiunta la gravità indiziaria in ordine ai delitti contestati, a testimonianza dell’efficacia dell’azione svolta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di finanza di Roma a contrasto del fenomeno dell’usura, pratica criminale che, nel favorire il conseguimento di cospicui illeciti guadagni, rappresenta un grave ostacolo alla ripresa e al rilancio dell’economia nazionale.
Il provvedimento è stato emesso nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati.