San Vittore (Fr) – La controversa autorizzazione della IV linea dell’inceneritore: iter tra dubbi e anomalie

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SAN VITTORE (FR) – Il procedimento che ha portato all’autorizzazione della IV linea dell’inceneritore di San Vittore continua a sollevare interrogativi e perplessità. Secondo quanto emerso, il nuovo impianto sarebbe stato autorizzato con il P.A.U.R. n°G14844 del 28.10.2022 come impianto di coincenerimento di rifiuti speciali, mentre l’attuale impianto opera come inceneritore di rifiuti urbani (Determinazione n°G00063 del 13/01/2016).

Questa distinzione è tutt’altro che irrilevante. Infatti, secondo il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, la programmazione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali non rientra nella competenza della Regione Lazio, ma segue le logiche del libero mercato.

Un’autorizzazione che ignora il Piano Regionale dei Rifiuti?

La giustificazione data dal Direttore Regionale per l’autorizzazione della IV linea sarebbe legata alla necessità di adeguarsi al pre-contenzioso europeo EU Pilot (2019) 9541, un meccanismo di monitoraggio per verificare il rispetto delle misure previste dal Piano Regionale di Gestione Rifiuti. Tuttavia, il pre-contenzioso riguarda la gestione dei rifiuti urbani e non dei rifiuti speciali, il cui smaltimento non rientra nelle competenze della Regione.

Un altro elemento critico riguarda il concetto di recupero energetico, richiamato sia dal pre-contenzioso europeo che dall’area rifiuti della Regione. Tuttavia, questo aspetto sarebbe stato totalmente ignorato nella fase istruttoria, rimandando ogni verifica solo dopo la realizzazione dell’impianto. Ma cosa succederebbe se, una volta costruito, l’inceneritore non raggiungesse i parametri richiesti per il recupero energetico?

Un impianto a sé stante e non una semplice “linea aggiuntiva”

Un altro punto controverso riguarda la natura dell’autorizzazione. La IV linea, a differenza delle tre già esistenti, possiede una Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) completamente diversa, trattandosi di un impianto di coincenerimento di rifiuti speciali. Questo significa che non si tratta di una semplice espansione delle linee già operative, ma di un impianto autonomo.

Nonostante ciò, la Regione Lazio ha rilasciato la nuova A.I.A. senza applicare i fattori escludenti, che solitamente vengono considerati solo per i nuovi impianti e non per modifiche sostanziali. Questo ha permesso la realizzazione di un impianto di coincenerimento di rifiuti speciali accanto a un inceneritore di rifiuti urbani, senza un’adeguata verifica della compatibilità tra le due strutture.

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Dicembre 2024: la “trasformazione” della IV linea

La vicenda assume contorni ancora più paradossali nel dicembre 2024, quando, in sede di riesame dell’A.I.A. delle tre linee esistenti, la IV linea cambia improvvisamente status: da impianto di coincenerimento di rifiuti speciali diventa inceneritore di rifiuti urbani. Questo avviene senza alcuna verifica di conformità, che era stata omessa nella prima autorizzazione proprio perché il progetto prevedeva il coincenerimento di rifiuti speciali.

Le anomalie nei calcoli tecnici e il ruolo di ARPA Lazio

A rendere ancora più complessa la situazione è un ulteriore episodio avvenuto nel novembre 2024. L’ente autorizzativo ha dato per validi i calcoli tecnici prodotti dalla società proponente, senza che ARPA Lazio li avesse verificati. L’agenzia regionale, dal canto suo, ha ribadito che il compito di effettuare queste verifiche spettava all’ente autorizzativo. Un vero e proprio scaricabarile su un aspetto fondamentale per la sicurezza e l’efficienza dell’impianto.

Come se non bastasse, le caratteristiche tecniche del progetto valutato in conferenza dei servizi non corrisponderebbero a quelle dell’impianto effettivamente autorizzato.

ACEA e il monopolio del settore rifiuti

Tutta questa vicenda solleva più di un dubbio sulle scelte della Regione Lazio e sul ruolo di ACEA. Il colosso del settore sembra avere una corsia preferenziale: è l’unica azienda ad aver partecipato alla gara per il termovalorizzatore di Roma e, nel frattempo, ha ottenuto l’autorizzazione della IV linea a San Vittore nonostante il Piano Regionale dei Rifiuti non la preveda.

Curiosamente, la Regione Lazio ha classificato gli impianti di San Vittore come impianti minimi del settore, pur consentendo ad ACEA di operare senza essere soggetta a tariffe né della Regione né di ARERA. Questo le permette di applicare tariffe sul CSS superiori di 50 euro a tonnellata rispetto alla media nazionale, con un evidente vantaggio economico rispetto agli altri operatori.

Verso un nuovo monopolio?

L’autorizzazione della IV linea potrebbe essere solo il primo tassello di una strategia più ampia. Il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti potrebbe legittimare ex post le scelte già compiute, consegnando di fatto il monopolio dell’incenerimento ad ACEA.

D’altronde, il panorama del settore sta cambiando: chi si occuperà del trattamento dei rifiuti urbani saranno probabilmente le ex TM, che potrebbero reinventarsi con qualche progetto poco trasparente per ottenere la qualifica di TM B. In definitiva, cambiano i governi, ma la gestione dei rifiuti segue sempre la stessa logica.