Negli anni la vittima aveva “incassato” i colpi senza ribellarsi, fino a poche ore fa quando è scattata la denuncia alla Polizia
ROCCA PRIORA (Roma) – Avevano deciso di andare a vivere insieme durante la pandemia di Covid -19, ma, per il compagno della donna, le “restrizioni” erano continuate ininterrottamente fino allo scorso novembre, quando, dopo quattro anni e mezzo di isolamento psichico e fisico e le continue violenze che lo costringeva a subire, l’uomo ha deciso di spegnere per sempre la fiamma che animava la rabbia della sua compagna.
Da anni, la vittima, un 35enne romano, era diventata, infatti, il capro espiatorio delle crisi di rabbia della donna, sottoposta più volte a ricoveri in centri psichiatrici poiché affetta da bipolarismo. Una storia di continue aggressioni verbali che si alternavano a quelle fisiche. Nel 2023, l’uomo era dovuto ricorrere alle cure mediche al pronto soccorso, ma, anche in quell’occasione, aveva protetto la sua compagna dichiarando di essere caduto in casa. Nel corso degli anni, poi, aveva continuato ad “incassare” i colpi, anche “a suon di mattarello”, ma, complice la dipendenza dall’alcool della donna, la vittima aveva sempre soprasseduto.
Un’escalation progressiva culminata, lo scorso novembre, in minacce di morte. “Da qui adesso non scappi, muori”, gli aveva urlato contro lei, in preda ad un’altra crisi, quando lo aveva visto comparire sull’uscio di casa. Armata di un coltello da cucina, si era scagliata contro di lui. Non riuscendo a colpirlo, poi, in preda alla follia, aveva cercato anche di istigare il loro cane ad aggredirlo. Poco prima che l’uomo riuscisse a sottrarsi alla sua furia scappando di casa, aveva provato, infine, a trattenerlo con un colpo di una mannaia, fortunatamente non andato a segno. Non contenta, poi, aveva continuato a tormentarlo con telefonate e messaggi ordinandogli di tornare e minacciandolo di portargli via il loro cane. Questa volta, però, il compagno non si era fatto impietosire e aveva deciso di rivolgersi agli agenti del Commissariato Tuscolano, raccontando loro tutte le umiliazioni subite negli anni. Sulla base della denuncia e dei successivi accertamenti dei poliziotti dei Commissariati Tuscolano e Frascati, l’Autorità Giudiziaria ha disposto per la 35enne romana, indiziata del reato di maltrattamenti in famiglia, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa ad una distanza inferiore ai 500 metri, con l’applicazione, previo suo consenso, del braccialetto elettronico.