CANINO – Riceviamo e pubblichiamo: A che serve una biblioteca così? Chiudetela, è meglio!
È vero, col digitale ci siamo allontanati tutti dal libro cartaceo, chi più chi meno, ma a volte questo si rivela insostituibile.
Soprattutto per gli studiosi, che cercano notizie storiche riportate su qualche libro stampato in poche copie e difficile da reperire.
Ma vuoi mettere, tra l’avere un luogo dove trovare un libro, una rivista, un giornale interessante, magari per pura serendipità, con lo stare in casa sempre davanti a uno schermo per cercare sempre qualcosa, dalla ricetta al tutorial per riparare un rubinetto che perde?
Ma a perdere, in realtà, siamo sicuramente noi cittadini, ogni volta che una biblioteca chiude, anche se questa rimane inutilmente aperta. È questo il caso della biblioteca di Canino.
Un paese ricco di storia, che ha dato i natali a un papa del Rinascimento e alloggio a un Bonaparte, di tradizioni e di cultura, che purtroppo con il passare del tempo stanno rischiando di finire nel dimenticatoio. Un teatro ottocentesco restaurato che non viene praticamente mai usato, una grande chiesa dove fino a sessant’anni fa c’era un bellissimo organo, anch’esso dell’800, misteriosamente scomparso.
Se non c’è nessuno che conservi almeno la memoria di ciò che era il proprio paese, questo passa inevitabilmente dall’essere stato in primo piano durante un periodo di splendore, al secondo, al terzo, e via via fino ad essere dimenticato del tutto come un vecchio cavallo a dondolo in soffitta. E il luogo deputato per la conservazione della memoria storica di un luogo è senz’altro la biblioteca.
A Canino una biblioteca comunale c’è, ma è come se non ci fosse. Se non c’è la figura di un bibliotecario è totalmente inutile aprirla al pubblico. Sono anni, troppi anni ormai che la situazione è drammaticamente la stessa: scaffali anonimi, libri non catalogati, assenza di un catalogo generale, né cartaceo né tantomeno informatizzato, confusione totale del materiale.
A gestirla (o meglio ad aprirla per cambiare aria alle stanze) si manda un impiegato comunale non firmato per il lavoro che dovrebbe svolgere, il quale ovviamente non può aiutare nessuno a cercare qualsiasi libro. Risultato? Non ci va più nessuno.
Poi dicono che la gente si allontana dai libri, che non legge più! Io trovo questa situazione a dir poco vergognosa, per un paese che dovrebbe andare fiero della propria cultura. E i primi a sentirsi così dovrebbero essere gli stessi caninesi, presi in giro da una gestione a dir poco inqualificabile.
Luca Purchiaroni