Tarquinia – Aumentano i contagi nelle scuole ma le mamme fanno ricorso al TAR per farle riaprire

Incredibile iniziativa di alcuni nuclei familiari che vogliono mandare figli e nipoti nel cuore del focolaio più grave della città. Tra insegnanti, addetti ai lavori e scolari il numero dei positivi è altissimo. La tabella dell’Istituto Superiore della Sanità è eloquente. Chi ha firmato quell’atto si dovrebbe vergognare

TARQUINIA – Per far riaprire le scuole chiuse dal sindaco alcune famiglie hanno fatto ricorso al Tar del Lazio. Non volevamo crederci. Alla fine ci siamo rassegnati leggendo il ricorso. Tutto vero.

A questi genitori non importa il numero dei contagiati sempre più alto a Tarquinia. Neanche il fatto che tra questi positivi UFFICIALI ci sono un gran numero di insegnati, impiegati e scolari.

Non importa se la pandemia è fuori controllo. Quello che conta è togliersi dai piedi i propri figli e piazzarli qualche ora a scuola esponendoli al pericoloso Covid-19.

Ai giudici regionali chiedono l’annullamento della delibera sindacale di chiusura dei plessi scolastici e anche un sostanzioso risarcimento del danno. A capeggiare questa rivolta, incredibilmente una consigliera regionale, Silvia Blasi.

Loro sanno che questi bambini non saranno esposti al contagio evidentemente. Che avranno la vita salva perché ammassati a scuola e lontani dalla strada. Noi pensiamo invece che quei bambini, a loro insaputa, potrebbero diventare inconsapevoli untori e portare il virus nelle case dove a rimetterci, per primi, saranno i nonni.

Siamo certi, convinti e sicuri che il TAR Lazio non potrà che ridere di questo ricorso che pubblichiamo nella sua interezza ma i nomi dei firmatari di questo ricorso andrebbero scolpiti sulla pietra per non dimenticare.

 

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La maggiore crescita dei contagi del virus da fine agosto ad oggi è stata quella nella fascia di età da zero a 19 anni, e quindi nella popolazione scolastica (a cui andrebbero aggiunti ovviamente insegnanti e personale non docente). Lo certifica il bollettino di sorveglianza sul virus pubblicato ieri mattina dall’Istituto superiore di Sanità, che conteggia nella fascia scolastica fino a 19 anni il 7 novembre scorso 102.419 contagi, che il 25 agosto erano soltanto 9.544. La crescita quindi è stata del 1.073,10%, la più alta assoluta nella popolazione italiana.

Al secondo posto per contagi in quell’arco di tempo la fascia dei giovani fra 20 e 29 anni, fra cui ci sono anche molti universitari. Erano 18.834 il 25 agosto scorso, sono diventati 104.884 il 7 novembre, con un aumento percentuale del 556,88% in poco più di due mesi.
Quindi il motore del virus – i numeri lo indicano senza dubbio – è stata la popolazione scolastica, e tutto è avvenuto dopo la riapertura delle scuole che il governo ha giurato fosse avvenuta «in sicurezza».

Inutile strologare sulle discoteche o gli assembramenti della movida: numeri e tempistica di questa crescita dicono che è stata la scuola l’origine della seconda ondata.

Per altro lo confermano i bollettini quotidiani locali: oggi nel solo Lazio ci sono 3 mila studenti positivi e altri 29 mila in isolamento. Resta incomprensibile il silenzio del governo su questi dati che ricevono pure i ministri, con la sola eccezione della titolare della scuola, Lucia Azzolina che giustamente tace per la vergogna e il senso di colpa che deve provare data l’ostinazione con cui ha difeso «la sicurezza» della riapertura della scuola e con cui per settimane ha fornito dati falsi sui contagi.

La realtà si deve guardare senza occhi annebbiati dall’ideologia e quando è lampante si devono prendere le decisioni conseguenti. Certo non sappiamo se i contagi sono avvenuti a scuola o sui mezzi di trasporto utilizzati per andarci, ma è certo che lì dentro sono esplosi e da lì sono partiti per precipitare tutta l’Italia nel nuovo dramma che sta vivendo.

I ragazzi sono asintomatici nella maggiore parte dei casi, ma hanno portato il virus nelle loro case e nelle loro famiglie, rimettendolo in moto anche fra le persone adulte e purtroppo quelle più anziane.

 

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