Il consigliere di opposizione difende la memoria dello storico ex sindaco di Terni e risponde agli esponenti del PD: “Quelle di Piacenti, Monti e Trappolino, i tre moschettieri di Di Girolamo, sono soltanto bufale. La giunta Ciaurro rilanciò la città, negli anni durissimi della tangentopoli rossa, senza usare trappole per ingannare i cittadini, come oggi pateticamente tentano di fare certi politici piccoli, piccoli”
TERNI – Da Enrico Melasecche*: “O tempora, o mores…” avrebbe detto Cicerone con riferimento alla pratica, non proprio nobile, utilizzata da certi soggetti di distrarre gli elettori dall’indignazione popolare nel trovarsi anche sindaco e due assessori indagati dalla Procura della Repubblica per “politica & affari”. Ma la cosa che ha fatto uscire di brocca il terzetto Piacenti, Monti e Trappolino (cioè assessore indagato e nientepopodimeno che i segretari PD) è soprattutto “la sentenza passata in giudicato” perché ammessa dagli stessi responsabili, colti in flagranza di reato, di aver falsificato i bilanci del Comune nascondendo da anni debiti veri e crediti taroccati pur di ingannare i ternani. A differenza di Cavicchioli che ha ammesso errori e manchevolezze, tentano, con la teoria che tutti i politici sono uguali, di coinvolgere in modo un po’ vigliacco, periodi della storia di Terni e persone che non ci sono più, nei confronti dei quali dovrebbero mantenere molto rispetto. Non è bastato il ridicolo di Di Girolamo che ha tirato fuori persino i bombardamenti del ’45, pur di giustificare la mediocrità dell’oggi, offendendo la memoria delle persone decedute. Oggi i suoi tre moschettieri tirano in ballo la giunta Ciaurro per i debiti odierni, a loro e solo a loro imputabili, e di cui i ternani, presenti e nascituri dovranno farsi carico da qui al 2045. Oltre che incapaci anche bugiardi. Ho ancora le foto, quanto mai deprimenti, di quando Piacenti, discuteva animatamente con il Dr. Aronica, per impedire che emergessero le prove della sua malafede: le fatture nascoste da anni relative alle mense scolastiche. Ci mancavano solo le telefonate esilaranti fra una ben nota esponente del PD e l’appaltatore che intrattiene rapporti quasi padronali con la giunta, che si vanta dell’affare del secolo: 3.000 euro di regalia contro appalto di 15.000.000. Qualche punto fermo per chiarire loro le idee: 1)- solo costoro possono sparare, alla disperata, che la voragine di debiti odierni possa essere la conseguenza delle opere di fine anni ’90, per la semplice ragione che un mutuo dopo venti anni è totalmente o quasi ammortizzato e che la gran parte delle opere fatte dal sottoscritto furono intelligentemente finanziate con fondi europei, statali o privati; 2)- fra le molte opere che con grande managerialità realizzammo ricordo il parcheggio dei parcheggi, Rinascita/S. Francesco che a differenza di quello di Largo Manni, da noi ereditato come una grande buca, non fu interessato dalle note vicende giudiziarie e di quello di Corso del Popolo, imputabile a costoro, che costituisce un debito stratosferico di circa 15 milioni di futuri esborsi. Sia Via della Rinascita che la rivoluzione alla Cascata delle Marmore costituiscono due grossi salvadanai che in questi anni hanno prodotto ricchezza indotta e molti posti di lavoro ed oggi permettono a Di Girolamo, con l’aumento delle tariffe che ha deciso il 28 dicembre, di cominciare a pagare la montagna di debiti fatti dalla “politica delle cicale” di questi 18 anni; 3)- la demagogia suicida ha mandato in prescrizione decine di milioni di crediti pur di acquisire voti, scavando la fossa al futuro della città; ebbene nel 1997, visto che l’evasione che avevamo ereditato era altissima (la giustizia fiscale e distributiva fa parte solo a parole di questa sinistra molto provinciale) indissi quale assessore al bilancio una gara trasparente con cui recuperammo, con un aggio bassissimo, circa 20 miliardi di lire i cui tre quarti furono incassati da Raffaelli, liquidità fresca….altro che debiti! 4)- una delle molte ragioni del dissesto, culturali innanzitutto, deriva dall’aumento della spesa corrente, spesso fondata su appalti senza gara affidati agli amici e finanziata addirittura con mutui mentre le entrate, come quelle relative alla Legge Bucalossi (che doveva servire a finanziare strade, ponti, fognature) venivano bruciate nella manutenzione spicciola e in sprechi per un facile consenso; 5)- abbiamo la coscienza a posto perché negli anni abbiamo fatto proposte serie, dalle farmacie all’ASM, dal contrasto all’inquinamento e all’uso pazzo di BOC e finanza derivata, alla difesa dei nostri interessi contro la tassa Tevere Nera voluta dalla Regione matrigna e sostenuta da entrambi i sindaci PD per ragioni di partito. Una opposizione mai pregiudiziale ma fermissima contro gli sprechi e il malgoverno. La giunta Ciaurro difese di Terni l’immagine e creò nuovi simboli (Pressa e Obelisco) riqualificò il Convento di S. Valentino, il suo contesto e la Fontana di Piazza Tacito, ridotta poi a un colabrodo, comprò la storica Foresteria della Terni, forzò le prospettive di sviluppo (Centro Multimediale, Studios Cinematografici di Papigno, Ponte Maratta Sabbioni, Polo Universitario, nuovi insediamenti industriali come la Zeuna Starker, ecc, ecc), avviò il Museo delle Armi e la Metropolitana di superficie …rimasti ingessati. Soprattutto ridette a Terni, negli anni durissimi della tangentopoli rossa, l’orgoglio di una comunità mai usando trappole per ingannare i cittadini come oggi pateticamente tentano di fare certi politici piccoli, piccoli.
*Lista Civica “I love Terni”