Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”. L’indagine della Procura di Perugia su presunti dossieraggi, venuta alla luce l’estate scorsa, ha fatto un salto di qualità: sul registro degli indagati non c’è più solo il nome del luogotenente della Guardia di finanza Pasquale Striano, autore di migliaia di accessi alle banche dati più sensibili, ma pure quello del magistrato Antonio Laudati, formalmente ancora in servizio come sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, sebbene da tempo senza più incarichi in attesa del pensionamento, fra meno di due mesi.
In passato Laudati era stato responsabile del servizio Sos (Segnalazioni operazioni sospette), profondamente ristrutturato dopo l’arrivo del procuratore nazionale Giovanni Melillo che ha cambiato incaricati e metodi di lavoro.
Le ipotesi di reato a carico del magistrato sono accesso abusivo a sistema informativo, abuso d’ufficio (finché non entrerà in vigore l’abolizione già votata da un ramo del Parlamento) e falso. Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone l’aveva convocato per l’altro ieri per l’interrogatorio, ma Laudati ha preferito non presentarsi facendo comunicare dal suo avvocato che intende avvalersi della facoltà di non rispondere. Almeno per ora. L’appuntamento con il luogotenente Striano, invece, è fissato per la prossima settimana.
Al finanziere sarebbe contestata una lunghissima serie di accessi abusivi alle banche dati che raccolgono le Sos, cioè le movimentazioni di denaro sospette segnalate dalla Banca d’Italia e veicolate verso la Guardia di finanza e, appunto, la Dna, dove Striano lavorava nel gruppo coordinato da Laudati.
[…] L’inchiesta è nata a fine 2022 da un esposto del ministro della Difesa Guido Crosetto, dopo un articolo del quotidiano Domani su compensi ricevuti in passato dalla società Leonardo, per attività di consulenza svolte attraverso le aziende di cui faceva parte prima di entrare nel governo.
Dopo i primi accertamenti che mettevano in relazione quell’articolo con una Sos e l’attività svolta da Striano, l’indagine è passata da Roma a Perugia (Procura competente per i reati che coinvolgono i magistrati in servizio nella Capitale) proprio per l’ipotetico ruolo di Laudati, chiamato in causa da Striano.
Le successive verifiche hanno svelato che, al di là della vicenda denunciata da Crosetto, le ricerche del finanziere sulle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia […] hanno riguardato centinaia di altre persone […]. Esponenti del mondo della politica ma anche dell’imprenditoria, dello sport e dello spettacolo. A quale scopo, se su richiesta di qualcuno, per iniziativa sua o di altri, è ciò che l’indagine deve ancora accertare.
Sullo sfondo resta l’ipotesi di un’attività di dossieraggio […]
A Laudati sarebbero invece contestati pochi e circoscritti episodi, relativi a singoli casi più definiti. Gli inquirenti volevano chiedergli chiarimenti su ciascuno di essi, ma il magistrato ha preferito astenersi dal rispondere, com’è suo diritto. […]