STALKER RECIDIVO: ARRESTATO DALLA POLIZIA DI STATO

Perseguita e minaccia  la  ex convivente ma viene arrestato dalla Polizia di Stato.

Il fatto si è verificato nei giorni scorsi  quando gli uomini della Squadra Mobile  hanno  notificato  la misura cautelare in carcere  ad  un quarantaduenne per il reato di atti persecutori-stalking.

In particolare,   l’emissione del provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività investigativa  posta in essere dalle sezione specializzata della Squadra Mobile  nei confronti dello stalker ed iniziata  nei primi mesi dell’anno.

L’uomo,  già nell’ottobre del 2015 era stato denunciato  oltre che per comportamenti analoghi commessi nei confronti della ex convivente anche per il reato di lesioni gravi,  a seguito dei quali gli era stato applicato il Divieto di Avvicinamento. Dal momento che continuava nell’attività vessatoria  a novembre  era stata sottoposto alla misura cautelare in carcere  sostituita a dicembre dagli arresti domiciliari.

Ma, nonostante tale provvedimento ed una limitata autorizzazione ad uscire di casa soltanto per recarsi presso il luogo di lavoro, dall’attività investigativa risultava che l’uomo continuava, con condotte vessatorie a perseguitare la donna. In particolare,   parlando con la  figlia minore, le riferiva  di dire alla madre  che “la cosa non sarebbe finita mai” e che “è solo questione di tempo, il tempo che io scappo di casa” aggiungendo “buona fortuna”. L’uomo,  nel chiamare la bambina,  in modo astuto, utilizzava telefonini anonimi,  martellandola di continuo per sapere  cosa faceva la madre e chi  frequentava, minacciandola di non farle più seguire il corso di musica,  al quale tanto teneva,  se  non glielo avesse riferito.

La donna, per più di un’occasione, si accorgeva di essere seguita da un’autovettura con a bordo l’ex convivente che si avvicinava fino quasi a tamponarla. Tale comportamento generava nelle malcapitate  una grave stato d’ansia, paura e timore per la loro incolumità,  tali da costringerle a cambiare le proprie abitudini di vita.

Dall’attività tecnica realizzata dalla Polizia di Stato  emergeva, quindi, in modo certo ed inequivocabile,  che l’uomo aveva più volte violato le prescrizioni restrittive alle quali era sottoposto.

Tutte le risultanze investigative venivano, quindi, trasfuse da parte dei poliziotti in una dettagliata informativa di reato,   sulla base della quale l’Autorità Giudiziaria emetteva il citato provvedimento restrittivo.

L’uomo  veniva condotto negli uffici della Questura per le formalità di rito e poi tradotto presso la casa circondariale di Viterbo.