Tarquinia – Università Agraria, il presidente dimissionario Tosoni revoca le deleghe a Sacripanti

Ormai siamo al delirio d’onnipotenza. È caos nella gestione: spese folli (macchine, consulenze e assunzioni) e liti continue

TARQUINIA – Ormai il dimissionario presidente dell’Università Agraria, Alberto Bebo Tosoni, è entrato nella fase del delirio di onnipotenza.

Da dimissionario e senza un bilancio di previsione votato si è assunto la responsabilità di acquistare una nuova macchina per l’ente (Fiat Panda) senza un’evidenza pubblica. Ha rinnovato consulenze e assunto personale.

Sempre in regime “bianco” di dimissioni ha provveduto a rimuovere dall’incarico di assessore Alessandro Sacripanti per mettere al suo posto Giovanni Marchetti del quale parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni.

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Sacripanti, che aveva intuito l’ennesimo sgarbo istituzionale, ha rimesso le deleghe pochi minuti prima del protocollo della sua sostituzione d’ufficio dichiarando:

Ho comunicato stamani formalmente all’ente le mie dimissioni da Vicepresidente e Assessore dell’Università Agraria di Tarquinia. Una decisione sofferta ma dovuta vista la situazione grigia che si è venuta a creare in questo ultimo periodo all’Università Agraria di Tarquinia. Rimango comunque Consigliere nel mio gruppo Consiliare Agraria Tricolore nel rispetto del mandato ricevuto dai cittadini. Cercherò nel modo che mi contraddistingue di lavorare senza riserve per il bene della comunità. Allo stesso modo saluto il Presidente Alberto Tosoni con cui non siamo più riusciti a tenere lo stesso profilo con cui abbiamo iniziato il nostro percorso all’Università Agraria. Nel ruolo importante di Consigliere sarò attento come sempre che la vita amministrativa dell’ente sia portata avanti con serietà e professionalità, portando il mio contributo per la nostra città.

Adesso bisognerà attendere il 30 gennaio prossimo, data in cui scadranno i 20 giorni canonici prima delle dimissioni definitive che, arrivati a questo punto, saranno ovviamente revocate.

Adesso sono attese le reazioni dei partiti e della città.

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