Affetta da sclerosi multipla affronta ogni giorno la vita con coraggio ed ironia
ORVIETO – L’ 8 marzo della nota chef Velia De Angelis dopo l’incontro con la sclerosi multipla passati i 30 anni.
Oggi cinquantenne, Velia ha un curriculum di tutto rispetto: diplomata in Inghiterra, ha portato negli Usa il suo programma Velia’s Cooking Style, e dopo aver aperto la Champagneria Orvieto nella sua città e una scuola di cucina a Monterubiaglio, è stata protagonista in tv a “Chef per un giorno” su La7, ad Alice Tv, su Raiuno con “Buono a sapersi” fino ad un programma su Raidue dedicato al sociale “O anche no”.
Tanti gli chef incontrati da Velia nel corso della sua carriera che l’ha vista lanciare Palazzo Sasso in costiera Amalfitana e nel 2001 la sua prima scuola di cucina a Positano avvalendosi dell’esperienza preziosa di altri chef.
Fino alla terribile diagnosi di Sclerosi multipla, nel 2009, un annuncio che lei stessa ha dato sulla sua pagina facebook, che ha solo fermato il suo corpo ma non il fuoco che ne arde dentro,
“Quello che ricordo di più è l’8 marzo del 1996, data di nascita di un sogno d’amore, dopo l’incontro con un uomo con cui avrei condiviso anche la passione per la cucina.
Sempre in sinergia abbiamo creato e distrutto, cambiato case (12 traslochi) viaggiando per il mondo prima di tornare ad Orvieto. Qui è nata così la Champagneria, il mio metro quadro di cuore, la mia cucina. Una creatura che prendeva forma, una realtà nuova. Aperta ed inaugurata il giorno del mio compleanno”.
Nel 2009 la diagnosi di sclerosi multipla
“Proprio il giorno del mio compleanno mentre dovevo festeggiare la mia nuova creatura, avrei dovuto festeggiare anche la malattia. Si mi pianse il cuore, ma non abbandonai la mia missione. Ero in cucina come sempre. In fin dei conti nonostante la diagnosi riuscivo a lavorare. E per me era semplicemente un miracolo.
Le terapie a volte devastanti non mi hanno mai fermata. Perché finita la terapia non volevo riposare ma tornare a lavorare.
Sono riuscita a lavorare con chef stellati mentre tenevo strette le maniche delle giacche per non far vedere le ago cannule. O semplicemente i lividi. Non ho mai detto “sono stanca” quando davvero ero stremata.
Sono riuscita a lavorare in Tv con i miei più grandi amici, avendo dalla vita anche tante gioie.
La fine dell’amore e del suo sogno
“Poi le cose sono cambiate perché “l’amore può finire”.
Da parte mia non era morto anzi era un amore combattivo, vivo, dolorante. La sclerosi si ciba della sofferenza e si diventa nemici di noi stessi.
Così l’8 marzo nel 2016 tutto finisce. Finisce l’amore. Il destino gioca con i numeri persino nelle stesse date. Rimase invece la diagnosi ciò che non potevo cancellare della mia vita.
Ho lavorato senza sosta pur essendo stata espulsa dal mio metro quadro.
Avevo smesso di festeggiare l’8 marzo ed il mio compleanno.
Tutte le feste comandate erano motivo di isolamento o lavoro”.
La vita di oggi
“Le mie giornate sono scandite tra oss e fisioterapia. Le gambe mi hanno lasciato, la mano sinistra ugualmente. Ma la mente no, nonostante mi manchi enormemente la cucina.
L’anno scorso ho aperto una raccolta fondi per finire di pagare una particolare sedia a rotelle basculante adatta alla mia situazione fisica. In 24 ore sono riuscita a saldare il conto, grazie ai tantissimi amici che mi vogliono bene e con la rimanenza fare riabilitazione domiciliare, fondamentale per me”.
L’8 marzo di nuovo inizio
“Questo 8 marzo lo dedico al coraggio, alla forza d’animo, alla resilienza.
Oggi festeggio anche un nuovo amore, bello e pulito verso me stessa.
Oggi la mia nave sta nel porto sicuro, ho “un capitano” che sa guidarla a dovere così da farmi vedere tutti i mari azzurri che desidero.
Non importa se devono rimettermi nel letto a breve. Come una bambola snodabile e “scotozzata”.
Festeggiamoci ogni giorno, rendiamo preziose le piccole cose.
Perché alla fine tutto torna!
Buona vita”.