Orvieto – Pensione d’invalidità, deve rimborsare l’Inps per essere stata in ospedale a curare la sclerosi multipla

La richiesta è stata inoltrata dall’istituto alla nota chef Velia De Angelis

ORVIETO – Quando le è arrivata la lettera dell’Inps per comunicarle la restituzione di 1200 euro dalla pensione d’invalidità è rimasta basita, Lei è la 49 enne orvietana Velia De Angelis, apprezzata chef in Italia e all’estero, fino all’arrivo nel 2010 di una diagnosi inclemente: sclerosi multipla. 

Da qual giorno Velia non si è mai persa d’animo, diventando, con l’autoironia che caratterizza la sua vita “social”, l’emblema della voglia di vivere di tutti quelli che seguono l’evoluzione della sua malattia e le “peripezie” che quotidianamente racconta con il suo esondante ottimismo dal letto  dell’ospedale: “Si dottoressa, domani mi faccia trovare bollicine per un Brindisi.. ah niente cin cin manco alla cantonese? Ed io che speravo negli involtini primavera sfiorita.. La prego, mettetemi in una camera con pazienti molto pazienti, Tv e mini bar!”.

Ma anche l’amarezza di dover ogni volta trovare un’ambulanza che la porti in ospedale per i ricoveri di riabilitazione previsti,  e oltre a ciò arrivare con tampone anti-covid eseguito il giorno prima.
“In tre giorni per trovarla una disponibile ho chiamato fino a alla provincia de sto piffero. Davanti la mia perplessità ho chiesto “ma almeno il tampone lo posso fare al ps?”.
Ma stiamo scherzando? Eh no, dovevo essere tamponata prima di arrivare a destinazione“.
E il suo messaggio nella giornata mondiale della Sclerosi Multipla, la consapevolezza che “‘o mare sta facenno ‘o mare”».
“La malattia ti costringe a scendere e ti fa capire chi sei, oltre le apparenze di cui tu stesso ti sazieresti, potendo. A me ha fatto capire e toccare con mano la mia fragilità, i miei limiti, la mia impulsività, il mio non essere in grado di regolare la temperatura del mio corpo, con il rischio di sprecare troppa energia per situazioni che in fondo non sono decisive e non averne più per me, per ciò che voglio essere e vivere. Soprattutto ho capito che solo scendendo in basso siamo in grado di vedere la luce. Se ti impedisci di vedere dentro, se ne hai paura, ti sarà molto difficile riuscire a vedere la luce. Bisogna immergersi per salvarsi. Io ci ho messo tanto a capirlo.
Oggi è la giornata della sclerosi multipla. «Io quanno ‘o sento, specialmente ‘e notte, nun è ca dico: “o mare fa paura”, ma dico: “‘o mare sta facenno ‘o mare”»
Insomma Velia De Angelis come direbbero i giovani di oggi “è tanta roba“, una carica di cultura emotiva e espressiva da custodire insieme ai suoi neorealistici racconti, fino all’ultimo, quello di qualche giorno fa, dove le viene richiesta indietro la pensione di invalidità per l’ultimo  periodo passato in ospedale.
Quando ti arriva la lettera dell’INPS per comunicarti che siccome hai superato i 29 giorni di ricovero in ospedale devi pagare circa 1200 euro perché hai usufruito del ssn e che verranno trattenute dalla stessa inps dalla tua pensione di invalidità in 24 rate mensili. Come dire? Ma non era meglio andare in vacanza?“.
Stessa sorte accaduta al bresciano Carlo Antonini, affetto da sla, che attualmente parla solo attraverso un dispositivo elettronico, al quale l’Inps aveva chiesto di restituire 1.000 euro di assegno di accompagnamento per i due mesi trascorsi in ospedale nel 2021, che gli sarebbero stati trattenuti, in 24 rate mensili dalla pensione d’invalidità, dopo aver portato il suo caso alla ribalta nazionale, qualcosa si è mosso come da lui stesso dichiarato: “Sono stato contattato dall’associazione “i nodi d’amore“ e in due giorni la vicenda pare essersi risolta – ha precisato Antonini -. Il colpevole del disguido è una carta dell’ospedale che dice che avevo bisogno di assistenza h 24 che non ha fatto il suo lavoro: non si sa chi può averla persa se il patronato o l’INPS. In questi giorni ho pensato tanto e ci sono tante cose che non vanno bene perché tanti malati mi hanno scritto che gli è successo la stessa cosa, o altri malati devono fare la mia stessa operazione e mi hanno chiesto cosa devono fare perché non gli capiti quello che è successo a me. Penso che in certe situazioni può essere l’ospedale a comunicare a INPS che il malato ha bisogno di assistenza h24“.
Così ora anche Velia de Angelis, costretta all’infermità se non supportata da terapie domiciliari e ospedaliere si chiede dove possa essere lo sbaglio, “Esiste un apposito modulo da riempire dove va specificato che il malato deve essere assistito da un famigliare o un professionista, questo viene compilato o dal medico curante o dall’ospedale, nel mio caso non so cosa sia accaduto, so solo che è frequente che succeda, come dimostra anche il caso di Carlo, evidentemente qualcosa va rivisto nella procedura di ammissibilità “.
Benedetta Ferrari

 

 

 

 

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